Ci siamo. Non ci eravamo sbagliati. Non importa se si vota a giugno, a ottobre, o a febbraio, a scadenza naturale della legislatura. La campagna elettorale è iniziata da un pezzo e più passano i giorni più si infiammano i toni, si pompano gli slogan, si affilano i coltelli. E’ sotto gli occhi di tutti: sia in Italia che oltre confine i nostri politici iniziano a dirsene di tutti i colori.
Noi, che ci occupiamo principalmente di italiani all’estero e di Sistema Italia nel mondo, assistiamo dal nostro punto di vista privilegiato e da attenti spettatori alle prime accuse reciproche tra esponenti politici di opposte fazioni. Ed ecco che rispuntano, saltando fuori dal dimenticatoio, associazioni, movimenti e vecchi dinosauri in cerca di poltrone. Su questo, tuttavia, stendiamo un velo pietoso.
Che la campagna elettorale si stia via via infiammando è evidente. Fabio Porta, deputato Pd eletto in Sud America, che non è uno a cui di solito piace fare polemica tanto per il gusto di farla, prende coraggio e critica con forza Ricardo Merlo, presidente del MAIE, anche lui eletto in America Meridionale, accusandolo di fare solo “demagogia”. Merlo è tornato a ribadire l’inadeguatezza di un governo Pd per quanto riguarda la politica nei confronti degli italiani nel mondo, ma Porta non avrebbe mai lasciato senza replica tali pesanti affermazioni, non adesso che si andrà a elezioni da un momento all’altro.
Che importa, poi, se Merlo da anni gira il territorio e si mette al fianco degli italiani più deboli, di quelli che hanno più bisogno. Come i nostri connazionali in Venezuela, che vivono una crisi che li sta soffocando; come gli italiani della Repubblica Dominicana, di fatto abbandonati dal governo italiano che ha deciso di chiudere l’Ambasciata a Santo Domingo, riaperta una settimana fa dopo due anni di lotta da parte dei connazionali ivi residenti, sostenuti dal MAIE fin dall’inizio; come quegli italiani che a Montevideo hanno perso il proprio Consolato.
E non importa nemmeno, allo stesso modo, se Fabio Porta durante questi anni si è sforzato di fare del suo meglio, restando vicino alle proprie comunità, portando avanti una campagna elettorale coraggiosa in occasione del referendum costituzionale, che l’ha premiato raccogliendo nel “suo” Brasile oltre l’80% dei voti a favore del Sì.
Tutto ciò che davvero è accaduto, persino la cronistoria dei fatti, diventa, paradossalmente, opinabile. In campagna elettorale i contorni delle cose fatte o non fatte in Parlamento o sul territorio risultano sfumati. Tutto è vero e niente è vero. Questione di interpretazione. Quando ci si siede a tavolino, per cercare di disegnare un nuovo percorso di campagna, progettare incontri, eventi, forum; è in quel momento che vengono fuori le cose che contano: la passione con cui affronti la tua campagna elettorale, l’entusiasmo che ci metti, la tua capacità di coinvolgere e trascinare.
Senza passione e senza entusiasmo, senza intelligenza né preparazione, senza quella sensibilità politica che se non hai non ti puoi inventare, resta solo l’insulto. E’ il caso di Vittorio Coco, segretario Udc Canada, che replicando a un articolo di Augusto Sorriso pubblicato su ItaliaChiamaItalia riempie di epiteti infamanti il coordinatore del MAIE negli Stati Uniti. Cosa ha scritto Sorriso? Che i tre parlamentari eletti nel Nord e Centro America, magari nonostante gli sforzi, non hanno ottenuto un fico secco per i propri elettori. E non è forse così? Senza contare che poi qualcuno non si è sforzato nemmeno…
L’ultimo esempio di dedizione al proprio lavoro e di rispetto nei confronti del proprio elettorato ce l’ha dato il senatore Renato Turano, residente negli States, che dopo essere stato assente per cinque anni dal dibattito politico, dopo essere praticamente sparito tanto da fare dire a Sorriso “chiamate Chi l’ha visto?”, tenta di recuperare un centinaio di milioni di euro per un torneo di golf in Italia. Non per la lingua italiana nel mondo, non per la rete consolare che cade a pezzi, no. Per il golf. Una notizia che si commenta da sé, gli italiani del Nord e Centro America giudicheranno.
Ma l’esponente dell’Udc deve difendere Fucsia Nissoli, chissà perché, dalle critiche di Augusto. Dunque Coco, politicamente deceduto un secolo fa, torna a farsi sentire per difendere Fucsia e offendere Sorriso. Ragazzi, questa non è politica. Questo è un pollaio e lo spettacolo è indecoroso.
Il botta e risposta tra Porta e Merlo, quello tra Sorriso e Coco, rappresentano solo l’inizio di un percorso che ci porterà presto al voto. Parlamentari uscenti e candidantropi di rinnovata illibatezza si confronteranno con veemenza. E non escludiamo colpi bassi. Sperando che la Politica, quella vera, con la P maiuscola, non sia stata uccisa per sempre.
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