“Sento forte la responsabilità’ verso la comunità che mi ha eletto e vorrei con il mio impegno rappresentare tutti i connazionali della mia circoscrizione consolare”. Lo dichiara Alessandro Crocco, presidente del Comites di News York a ItaliaChiamaItalia, che l’ha raggiunto telefonicamente per parlare con lui delle sfide che attendono il nuovo Comites e più in generale della comunità italiana in Usa.
Alessandro, eletto presidente del Comites NY all’unanimità (è la prima volta che accade), vive a New York da ormai 11 anni, “non tanti ma nemmeno pochi”, osserva. “Sicuramente abbastanza per capire e comprendere almeno un po’ questo territorio, che concede tante opportunità ma che allo stesso tempo è anche pieno di insidie per i meno pratici e preparati”.
Crocco è arrivato in America “nel 2011, in una fredda sera della festa di Thanksgiving. Nonostante avessi studiato già in Italia, ho voluto conseguire un Bachelor Degree Americano presso UMN che è stato per me motivo di tanta soddisfazione. Mi sono laureato in Relazioni Internazionali & Business. Sono sposato con AnnaMaria, ho una splendida bimba di 8 anni, Serena”.
Perché hai scelto di candidarti al Comites?
La mia scelta non è stato un fulmine a ciel sereno. Sono da sempre impegnato nella comunità attraverso le forme di associazionismo e volontariato presenti. Sono circondato da diversi gruppi di connazionali che cercano di portare avanti, nonostante le mille difficoltà, la nostra cultura e le nostre tradizioni. Mi ha sempre appassionato il poter dare un contributo ed essere partecipe di un progetto ad ampio raggio che potesse migliorare la vita nelle nostre comunità e preservarne il futuro culturale. Fondamentalmente la voglia di servire potrebbe essere il riassunto della mia scelta di mettermi in gioco e candidarmi ai Comites.
Ho trovato in Progetto Community un gruppo di persone di buona volontà che nonostante le diverse anime ed idee hanno come motore propulsore la voglia di essere degli strumenti validi nella comunità, mettendosi a disposizione con disponibilità e spirito di sacrificio e mettendo spesso da parte gli egoismi che purtroppo per natura umana ci portiamo dietro. Progetto Community nasce dall’idea di proporsi come una lista giovane, non solo anagraficamente, ma soprattutto nei contenuti del nostro programma. Alcuni di noi hanno lavorato a questa lista per circa due anni e li ringrazio di cuore per avermi reso partecipe di questo gran bel progetto, che come dice il nome stesso è per la comunità. Con un gruppo così non potevo tirarmi indietro.
Come hai vissuto la campagna elettorale e cosa ti lascia tale esperienza?
Questa campagna elettorale e’ stata davvero faticosa per tutti i candidati, ma soprattutto per gli elettori ed aggiungerei per il Consolato, che con risorse limitate ha cercato di promuovere l’affluenza al voto. Purtroppo nonostante gli sforzi – sara’ il periodo con il Covid che bussa di nuovo alle porte, sara’ stato il sistema elettorale via posta alquanto obsoleto e complicato per alcuni – i risultati di affluenza sono stati deludenti e lasciano l’amaro in bocca. Il servizio postale lento durante questo periodo ha inoltre contribuito a rendere il tutto ancora piu’ difficile, smarrendo diversi plichi elettorali. Durante la nostra prima riunione il 16 Dicembre 2021 in Consolato abbiamo gia’ affrontato questo tema con il Console e ci faremo portavoce di una proposta che possa garantire il diritto il voto a chiunque voglia esercitarlo in futuro.

Sei stato il più votato della lista…
In quanto candidato piu’ votato nella Circoscrizione sono stato eletto anche presidente pro-tempore. Carica che i miei colleghi hanno voluto confermare all’unanimità nel corso della nostra prima riunione tenutasi qualche giorno fa. Avro’ sicuramente tanto da fare, ma non sono solo in questo percorso: sono circondato da tanti validi colleghi. Siamo già in azione e ci rivedremo subito dopo le feste per iniziare a creare le varie commissioni di lavoro. Saremo un Comites itinerante e visiteremo spesso le varie comunità distribuite su un territorio davvero vasto.

Quali i principali obiettivi del Comites di New York?
C’e’ davvero tanto sul piatto, i nostri obiettivi erano chiari sin dall’inizio con forma, ma soprattutto tanto sostanza. Abbiamo un programma vasto. Mi piace dire che il nostro Comites vuole essere la voce di chi non ha voce, assicurando una presenza costante a tutti ed in tutti i settori, dalla sanita’ ai diritti civili, dalla sussidarieta’ al welfare, dall’istruzione alla ricerca, dalle pari opportunita’ ai giovani. Se riusciremo a fare questo e lavorare con le nuove generazioni, le associazioni e il grande e cosmopolita panorama italiano presente, credo che ciò sarà già una grande vittoria.
Qual è la fotografia, oggi, della comunità italiana residente a NY?
New York e’ sicuramente la piu’ importante citta’ ‘italiana’ fuori dai confini nazionali. Ne siamo tutti convinti. Inoltre la circoscrizione di New York include anche il New Jersey ed il Connecticut. Potete immaginare la vastità di questi territori. Ho sempre visto con occhio positivo l’associazionismo che i nostri connazionali sono riusciti a creare. C’e’ davvero un’associazione per ogni regione! Ci sarebbe tanto da fare per rendere più coeso questo mondo di vitale importanza per le generazioni future. Io credo che la nostra comunita’ e’ bella perché cosi varia e diversa. Siamo un gruppo estremamente eterogeneo. Qui si possono incontrare tantissimi connazionali dal background più disparato, dai ricercatori e professori universitari, business ed imprenditoria, ma anche cultura e spettacolo! in tutti questi casi vedo una grande volontà di lavorare insieme e di promuovere l’italianita’. Siamo tutti innamorati dell’Italia nonostante viviamo all’estero. Basta guardarsi negli occhi luccicanti ogni volta che se ne parla. C’e’ un grande senso di appartenenza.
Come è possibile, secondo te, avvicinare di più i giovani a politica e istituzioni?
Purtroppo e’ vero che i giovani sono lontani dalla politica e dalle istituzioni, anche se a New York ma anche in altre parti del mondo durante quest’elezione dei Comites le liste erano pullulanti di giovani! La politica purtroppo non garantisce piu’ quel dibattuto culturale e critico ed e’ spesso miope. Si continua ad avere, da parte delle forze politiche, uno sguardo corto, si punta a risultati immediati. C’e’ anche da dire che il nostro panorama giovanile è debole, differenziato al suo interno, e difficilmente interpretabile. Dovremmo iniziare a parlare di piu’ con un linguaggio appassionato, giovanile, autentico.
Come giudichi l’operato dei parlamentari eletti nella ripartizione estera Nord e Centro America?
Bella domanda. Credo che il voto e la rappresentanza stessa degli italiani all’estero sia importantissima. E’ stata una grande conquista. Si ritorna al senso di apparenza di cui parlavamo prima. Apparteniamo anche se non siamo, pero’ vorremmo essere. Sembra quasi un gioco di parole! Abbiamo bisogno di essere rappresentati ed anche ascoltati con una presenza assidua nelle comunita’. Mi auguro di poter lavorare con i nostri rappresentanti al Senato ed alla Camera in maniera ancora piu’ assidua per il bene dei nostri connazionali.
Durante il mio breve discorso al Consolato ho detto che sicuramente non riusciremo a cambiare tutto e subito ma credo che insieme nella nostra ordinarieta’ riusciremo a trasformare le nostre azioni in opere straordinarie. Vogliamo lasciare alle generazioni future una forte identita’ italiana, dovranno essere orgogliosi di essere italiani. Lavoreremo insieme alle istituzioni per potenziarne o delegarne i servizi in modo da renderli piu’ efficienti. Il nostro sara’ un Comites aperto a tutte le idee. Abbiamo in mente delle Commissioni che lavoreranno sodo per portare avanti il programma per il quale siamo stati eletti.
In occasione delle festitività natalizie, un tuo augurio agli italiani degli States e più in generale a quelli di tutto il mondo?
Vorrei fare a tutti i lettori e connazionali sparsi nel mondo un augurio di pace e speranza. Nelle ultime settimane stiamo rivivendo l’incubo dello scorso anno dovuto alla pandemia. Il mio pensiero va a chi e’ in ospedale, a chi dovra’ passare un altro Natale lontano dai propri cari. Voglio invitarvi a non perdere la speranza, questa grande virtu’ che caratterizza il nostro essere. Facciamo nostra l’espressione latina “Duc in Altum”, mantenendo in alto i nostri cuori.