Un altro militare italiano muore in Afghanistan. Si tratta del caporalmaggiore David Tobini, nato a Roma il 23 luglio 1983, in forza al 183esimo reggimento paracadutisti "Nembo" di Pistoia. Il giovane soldato italiano – che era fidanzato e residente ad Anguillara Sabazia, vicino a Roma, dove abita la madre – è rimasto ucciso in uno scontro a fuoco avvenuto nella zona di Bala Murghab in Afghanistan. Altri due militari italiani sono rimasti feriti nello stesso scontro a fuoco: uno di loro è in gravi condizioni, l’altro non sarebbe in pericolo di vita.
La zia ricorda David, distrutta. Piangendo, racconta: "Mio nipote era una persona squisita. Era la seconda volta che si recava in Afghanistan e la prima volta, al ritorno, ci aveva sempre detto che in quella terra c’è troppa miseria". "Non si può morire così, a 28 anni. Abbiamo letto con apprensione in questi anni di altre morti e siamo sempre stati in apprensione per David, stavolta è toccato a noi. Non riesco ancora a crederci, non ègiusto". "Era un ragazzo semplicissimo – dice lo zio – gli piaceva fare questo mestiere".
Così sale a 41 il numero dei militari italiani caduti in Afghanistan dall’inizio della missione Isaf. Tre soltanto nell’ultimo mese. L’Italia continua a piangere i propri giovani che muoiono nelle missione all’estero, lontani da famiglia e affetti.
Rimane, come al solito, il cordoglio delle istituzioni. Giorgio Napolitano, presidente della Repubblica, esprime sentimenti di solidale partecipazione al dolore dei famigliari.
Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, in una nota dichiara: "Siamo vicini alla famiglia del paracadutista caduto in Afghanistan e a quelle dei due militari rimasti feriti nell’agguato. A tutti i nostri soldati impegnati nelle operazioni di pace contro il terrorismo rinnoviamo la gratitudine del Governo e del Paese".
La morta dell’ennesimo soldato italiano è un "nuovo grave tributo alla causa della sicurezza e della libertà" per il presidente della Camera, Gianfranco Fini.
Renato Schifani: "Ancora un sacrificio dell’Italia sull’altare per la difesa della pace e della libertà in Afghanistan. Il nostro Paese, anche se sta pagando costi altissimi, resta e resterà sempre schierato a tutela della democrazia", sottolinea il presidente del Senato.
Dopo la morte di David, ennesima vittima di una guerra che per molti non ha senso, si riaprono le polemiche sulla presenza italiana in Afghanistan. La Lega torna ad essere critica sulle missioni all’estero. Stefano Stefani, presidente della Commissione esteri della Camera, si chiede "ma tutto ciò serve? O muoiono invano?". "C’è da chiedersi se, data per scontata l’agenda di disimpegno dell’Italia dal pantano afgano, si può ancora proseguire in una strategia che lascia i nostri ragazzi troppo esposti e, di converso, poco tutelati contro un nemico che non ha regole".
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