Italiani a Manhattan, freschi di New York come imprenditori. Italiani di successo. In Italia e nel mondo. Persone di coraggio, fantasia, capacità. Gente animata e posseduta da botte di genio. Imprenditori esattamente intuitivi, perciò appunto geniali. Importatori a Manhattan di due generi diversi, l’uno un tantino prosaico, materiale, se vogliamo: i famosi panini dell’Antico Noè fiorentino. Un’eccellenza italiana l’altro, marchio di prestigio conosciuto ormai in tutto il mondo. Venduto anche in Giappone e in Australia. Una griffe esposta in decine di punti vendita, da Parigi a Tokyo, passando da Londra e Amsterdam. Dov’è che non si trovano le celebri cravatte di Marinella in seta inglese? Si possono ammirare e comprare un po’ dappertutto, ora anche a New York. È di ieri l’apertura del punto vendita al 754 della Quinta Strada. Marinella è sbarcato nel cuore della Grande Mela. Borsoni da viaggio, profumi, orologi da polso, e soprattutto le ambite cravatte: il marchio Marinella ora è presente da Begdorf Goodman, il dipartimento store sulla Quinta, la via più famosa del mondo.
Ultimo arrivato a New York, il celebre cravattaio è presente con questo nuovo punto vendita in quattro continenti. A Londra in Park Lane, al Royal Exchange, in due posti a Parigi, tre in Svizzera, uno a Washington, ad Hannover, a Montecarlo, in Olanda, a Milano. Punto di partenza, il negozio di Piazza Vittoria, angolo Riviera di Chiaia. A Napoli, dirimpetto al mare di via Caracciolo. L’inizio di tutto, agli inizi del Ventesimo secolo. Maurizio Marinella è l’erede del leggendario don Eugenio Marinella, l’inventore dell’inconfondibile cravatta messa al collo da re, principi, presidenti della Repubblica, capi di stato, politici, gente dello spettacolo, artisti. E dalle persone normali, proprio tante, tantissime.
Davanti al negozio in stile dickensiano, immutato e immutabile, c’è la fila praticamente tutti i giorni dell’anno. Ferie escluse, peraltro sempre molto brevi. Maurizio alza la saracinesca alle otto del mattino e la riabbassa in tarda serata. Sempre al suo posto, dietro al tavolinetto in legno lucido, minuscolo, in grado di contenere il registratore di cassa e il pos. Il resto dello spazio è di proprietà esclusivo della cravatta.
Un’emozione e un privilegio la cravatta di Marinella. L’abito del bell’abito, è possibile averla anche su misura. Ora anche a New York, certo. Gli anni del marchio Marinella? Centodue, avendo già celebrato la ditta il centenario nel 2014, in una memoriale grande festa al Teatro San Carlo, alla presenza di Giorgio Napolitano, allora presidente della Repubblica. Il pubblico in piedi, molto di più di una standing ovation per Maurizio Marinella. Incassati abbracci e complimenti, premi e riconoscimenti, ora l’erede di un inventore s’aspetta l’ovazione della Grande Mela.
A New York dalle cravatte ai panini. Quelli dello storico vinaino fiorentino Luca Bruzzi. L’anima da dodici anni dell’Antico Noè, praticamente un bugigattolo, pochi metri quadri, in cui si fanno panini e si serve vino dal 1945. Un’istituzione fiorentina, sotto l’arco di San Pierino, fra Santa Croce il Duomo di Firenze. Fresco d’inaugurazione, l’Antico Noè di New York ha aperto le porte al pubblico sulla 53esima, a pochi passi da Lexington. Una gran bella zona, molto elegante, segnata da case di lusso e uffici, al centro di Manhattan. L’idea di aprire a New York è cresciuta nel tempo, favorita dalla frequentazione degli universitari statunitensi della storica sede di Firenze. Colpiti al cuore dalle bellezze di Firenze e dall’originalità dell’Antico Noè, il fiorentino di origini albanesi Vinny Dautai e l’avvocato statunitense che ha frequentato per motivi di studi la Lorenzo dei Medici, hanno alimentato nel tempo l’interessante progetto. E alla fine l’hanno spuntata.
D’intesa con il titolare dell’Antico Noè, Marillo Torelli, sono venuti a Firenze per la formazione. Ogni mattina ad imparare il mestiere, come si impasta, come si panifica, come si riempie un panino di buona roba. Vinny e Michel si sono formati a Firenze, nel locale all’arco di San Pierino. A New York si sono organizzati alla grande. All’Antico Noè sulla 53ma, a un sospiro da Lexington, lavorano diciotto dipendenti, un responsabile marketing e uno alle risorse umane. Nel locale di New York si impiegano prodotti che Vinny e Michel hanno studiato a Firenze. Hanno rifatto tutto nei dettagli, compresi il pane e la salsa. Indubbiamente meritoria la loro opera, laddove sarà impossibile ricreare nel locale di Manhattan l’atmosfera fiorentina fra Santa Croce e il Duomo. “Difficile portarla a New York”. Resta comunque forte l’impresa di aver portato nella Grande Mela uno dei panini più celebri d’Italia.
Tutto esaurito al debutto, lunedì scorso. Il locale è curato nei dettagli. Trionfale la presenza di un grande specchio ottocentesco, antica reclame del vermouth Noè, da cui prende il nome la panineria fiorentina. Lo specchio si spaccò durante la tremenda alluvione che mise Firenze sottacqua. Bene, il duo fiorentino d’adozione l’ha fatto riprodurre alla perfezione, spaccatura compresa.
Lica Bruzzi, l’anima dell’Antico Noè sotto l’arco di San Pierino, sarà presto protagonista di un evento nel nuovo locale di Lexington. La location ad hoc cercata per mesi da Vinny Dautaj e Michael Grant. I due animatori che hanno studiato a Firenze l’arte del panino imbottito. Gli abitanti della Grande Mela, gente di tutte le razze, stanno assaporando la bontà del prodotto. Uguale e preciso, dicono i depliant, a quello dell’Arco di Noè fiorentino. I love paniny a New York, un amore già nato. Firenze e i suoi panini a Manhattan. Però, con tutto il rispetto, le cravatte di Marinella a New York sono un’eccellenza unica. ‘Na cosa grande.
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