E’ vero, da qui alle Politiche del 2013 mancano ancora alcuni mesi. Ma il tempo corre veloce, specie quando occorre sfruttarlo al massimo, e c’è da scommettere che le elezioni arriveranno in men che non si dica. A pensarci bene, calendario a parte, sono proprio dietro l’angolo. Bisogna darsi da fare, quindi, fin da ora, se si vuole davvero ottenere buoni risultati. E questo vale soprattutto per quanto riguarda la circoscrizione estero, divisa in quattro enormi ripartizioni: difficilissimo, se non impossibile, arrivare a tutti gli elettori. Ma con le giuste strategie, con un marketing corretto, con pazienza, laboriosita’ e costanza, si puo’ almeno puntare a raggiungerne il maggior numero possibile.
I politici che si occupano, a Roma e nel mondo, di italiani all’estero, questo lo sanno bene. Lo sa bene l’infaticabile Massimo Romagnoli, che rivendica per se’ e per il suo movimento, oltre alla partecipazione puntuale al dibattito politico, un’intensa attivita’ sul territorio e sui media, a favore dei connazionali, fin dal 2008. Nell’intervista che in questo momento apre il nostro giornale risponde alle domande più comuni che interessano i nostri lettori.
Lo sa bene anche Ricardo Merlo, fondatore e presidente del Maie, che punta alla sua terza legislatura: Merlo, figlio di emigrati italiani in Argentina, ha certamente il dna dell’italianita’ che gli scorre nelle vene. Quanti chilometri fatti in giro per il mondo: Americhe, Europa, Australia, Africa. Merlo e’ un treno che corre veloce e non si ferma mai.
Ieri il presidente del Maie ha incontrato il segretario dell’Udc, Lorenzo Cesa. Con Merlo c’era anche Gian Luigi Ferretti, Coordinatore MAIE nel Vecchio Continente. Dopo l’incontro, solo un brevissimo comunicato: "si e’ parlato principalmente della ripartizione Europa e si e’ constatata una perfetta identita’ di vedute". Poche, pochissime parole che per qualcuno possono significare poco o nulla. Ma ai più attenti non sfuggira’ di certo il messaggio: chi ha orecchie per intendere ("perfetta identita’ di vedute") intenda.
Fra i partiti tradizionali, quello che più di ogni altro ha capito che il successo elettorale si ottiene dopo anni di lavoro e’ senza dubbio il Partito Democratico. A sinistra sono sempre sul pezzo, attentissimi a tutto, organizzati da fare invidia. Il responsabile del Pd all’estero, Eugenio Marino, e’ un ragazzo, un uomo ormai, che e’ cresciuto nel partito, che si e’ fatto le ossa nel mondo dell’emigrazione, che ha passione ed entusiasmo: in politica e’ sempre più difficile, diciamolo, che il merito venga premiato. Ma il caso di Marino fa eccezione: ha dimostrato, e dimostra ogni giorno, durante la sua gestione, di essere in grado di mettere in campo ogni sforzo teso ad ottenere il miglior risultato. Il partito di Marino, insieme ai "suoi" eletti all’estero, siamo sicuri verra’ premiato, nonostante la brutta aria che tira, tra la tentazione dell’anti-politica e la voglia di astensione.
E il Popolo della Libertà? Si salvi chi può. Il caso del coordinatore che non c’e’, Juan Esteban Caselli, continua a fare discutere gli addetti ai lavori, che comunque ormai sotto questo profilo appaiono rassegnati. La stessa rassegnazione che provano di fronte a un PdL che non si e’ mai voluto dare da fare davvero per gli italiani nel mondo. Sfidiamo chiunque a convincerci del contrario. Con i senatori pidiellini che hanno votato contro la presenza a Palazzo Madama dei rappresentanti delle comunita’ italiane oltre confine (in pratica, hanno votato contro la loro stessa presenza, una zappata sui piedi che ancora oggi non riusciamo a comprendere a fondo); con un governo – quello a guida Berlusconi – che non ha mai concesso nulla, anzi ha tolto, agli italiani nel mondo – e peggio di quell’esecutivo ha fatto solo quello attuale, con Monti a Palazzo Chigi; con gli eletti all’estero del Popolo della Liberta’ che per tutta la legislatura hanno trascurato il proprio elettorato, e persino gli amici, i collaboratori, quelli che li avevano sostenuti nella loro corsa al Parlamento; certamente non e’ difficile prevedere per il PdL una corsa ad ostacoli alle Politiche del 2013.
Se poi ci mettiamo che il ritorno in prima linea di Silvio Berlusconi e’ ancora un grande interrogativo e che gli ex An – nonostante le rituali smentite – sono pronti ad andarsene e a fare scattare la scissione, la fotografia e’ ancora più chiara: per il PdL la strada e’ tutta in salita. Del resto, chi non ha saputo seminare non puo’ pretendere di raccogliere frutti, no?
Nel panorama politico c’e’ anche Gianfranco Fini, con il suo Fli, o con la sua Lista per l’Italia. E questa e’ la situazione che meno di tutte riusciamo a decifrare. Da modesti osservatori, ci pare che il presidente della Camera rischi di restare fuori, questo giro, a meno che non riesca davvero a convincere Casini per entrare a far parte di un non meglio identificato listone e provare a sopravvivere, e a cercare di non fare la fine di Bertinotti e del Pci. E paradossalmente, Fli "rischia" di prendere più voti in Europa che in Italia. In Europa, la macchina elettorale di Aldo Di Biagio – deputato finiano – e’ ancora li’, pronta a rimettersi in moto. Anche se Di Biagio nel 2008 correva con il PdL – che in quel periodo godeva di ottima salute – e la rottura con Fini non c’era ancora stata. Nonostante la costanza del suo impegno, non possiamo affermare che tutti coloro che hanno sostenuto Aldo ieri, oggi sarebbero ancora con lui.
E oltre oceano? In Nord e Centro America la vera novita’ sara’ quella rappresentata dal MAIE di Merlo, che – grazie anche all’immobilismo di Caselli – ha saputo conquistare i cuori di tante persone che fino a ieri militavano nel centrodestra e che oggi ben si collocano all’interno di un movimento che vuole fare solo gli interessi degli italiani nel mondo, a prescindere dalle vecchie logiche di partito. Sara’ interessante vedere – e le aspettative ci sono tutte – se il MAIE sapra’ andare al di la’ dei congressi, al di la’ della passione romantica, e convincere i connazionali della bonta’ del suo progetto.
Nelle Americhe le liste indipendenti saranno le vere protagoniste: fra queste, Insieme – nel Nord America – quella guidata da Salvatore Ferrigno, ex deputato forzista poi avvicinatosi all’Udc e ora travestito da indipendente. E in Sud America l’USEI, l’Unione sudamericana emigranti italiani, guidata dall’imprenditore calabrese Eugenio Sangregorio. E mentre in Argentina e in Sud America in generale le carte del MAIE di Merlo sono pressoche’ sul tavolo, Sangregorio ancora deve mostrare le sue: e da cio’ che sappiamo, come ItaliaChiamaItalia, saranno carte che sorprenderanno non poco gli avversari. Se Sangregorio sapra’ giocare bene la sua partita, se sapra’ intercettare i delusi di un PdL allo sfascio e il potenziale elettore di un Pd che in Sud America non e’ ancora riuscito a decollare davvero; se sapra’ convincere della validita’ della propria visione politica e su questa conquistarsi la fiducia, potra’ ottenere soddisfazione, quella che insegue con determinazione da due legislature.
Per concludere il nostro giro intorno al mondo, l’Australia: ancora terra di nessuno, in cui regna confusione più che in qualunque altra ripartizione. Troppe le incognite australiane, tante da meritare un articolo dedicato: la candidatura di Marco Fedi e’ in dubbio – l’onorevole del Pd vorrebbe lasciare spazio a persone più giovani di lui -, Randazzo ha gia’ i suoi anni e forse potrebbe pensare a riposarsi, finalmente, anche perche’ ha gia’ l’eta’ per riscuotere la sua bella pensione parlamentare. Anche se la poltrona, si sa, una volta che ce l’hai, ti riesce difficile mollarla: staremo a vedere. Il centrodestra australiano? Al momento, non pervenuto. Vedremo cosa tirera’ fuori dal cilindro via dell’Umilta’.
Ecco, cari lettori, un utile excursus, spero non troppo noioso nella sua dovuta lunghezza, sullo stato attuale delle prossime sfide elettorali e sulle offerte che si prospettano da qui a qualche mese. Tocca a noi decifrarle, valutarle, e scegliere secondo coscienza. Perche’ il nostro voto possa finalmente determinare quel cambiamento di cui sentiamo tanto parlare e che sara’ possibile solo se daremo fiducia ai più capaci e meritevoli, e prima di tutto ai più onesti.
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