“Anche a nome dei tanti connazionali all’estero con cui sono in contatto, a nome dei Coordinatori del MAIE Centro America, desidero rivolgere un caldo applauso e un grande grazie all’On. Ricardo Merlo, presidente del Movimento Associativo Italiani all’estero, che si prepara a cominciare la sua terza legislatura da deputato della Repubblica Italiana. Merlo è riuscito, con tenacia, costanza, lungimiranza, tanta passione e molti sacrifici, ad ottenere l’obiettivo che si era proposto: raddoppiare – almeno – la presenza degli esponenti del MAIE nel Parlamento italiano. I numeri parlano chiaro: obiettivo centrato”. Così Ricky Filosa, Coordinatore del MAIE in America Centrale, che prosegue: “Dunque, un applauso a Merlo, che ha saputo coinvolgere le persone giuste e diffondere sul territorio e sui media il messaggio del MAIE. Soprattutto un grazie, perché ha reso orgogliosi tutti noi del MAIE, tanto che il giorno dopo lo scrutinio del voto all’estero ci sentiamo già protagonisti di un cambiamento. Non esiste solo la rivoluzione ‘grillina’, che certo ha altre dimensioni per ovvi motivi. Nell’universo degli italiani nel mondo, il MAIE avanza in maniera compatta: ci hanno visto giusto coloro che in tempi non sospetti – e non, magari, per rincorrere una candidatura – hanno abbracciato il movimento di Ricardo Merlo perché innamorati del progetto. Ci hanno creduto fin dall’inizio, e il fatto che il MAIE aumenti la propria presenza a Roma gratifica tutti noi che per il MAIE e dentro al MAIE abbiamo combattuto. Grazie Ricardo – continua Filosa -, a te l’applauso degli italiani residenti in Centro America e di tutti i connazionali che hanno riposto la propria fiducia nel tuo Movimento e nei tuoi candidati. Tocca a noi tutti, adesso, ancora una volta, essere un muro in Parlamento contro tutti coloro che dovessero anche solo tentare di scalfire l’orgoglio e gli interessi degli italiani residenti nei cinque continenti”.
Il coordinatore MAIE per il Centro America conclude con una battuta: “Merlo da alcuni veniva accusato di non essere troppo presente in Parlamento, ma di occupare il suo tempo ‘andando in giro’ sul territorio. Beh, evidentemente il nostro presidente faceva bene. Aveva già capito tutto: meglio il contatto diretto fra i connazionali, meglio la comunicazione fuori e dentro i media, che una poltrona di velluto rosso – seppur comoda – da scaldare”.
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