Fabio Porta, eletto all’estero con il Partito Democratico e residente in Brasile, intervistato da Gente d’Italia, quotidiano diretto da Mimmo Porpiglia, a proposito di chiusure di ambasciate e consolati nel mondo, commenta: “A mio giudizio sono sbagliati i criteri per i tagli, ed è un discorso che va fatto a livello generale nel mondo. Dal Ministero dell’Economia vengono con una tabella e ci dicono: dobbiamo tagliare 20 strutture, è così e basta. Questi tagli, però, non vengono fatti in base a criteri giusti, e vale sia per i consolati che per gli istituti di cultura. Su questi ultimi, però, bisogna precisare una cosa: ritengo che sia doveroso chiudere le strutture che incassano più di quello che guadagnano”.
E mentre continuano ad essere tagliati i servizi ai connazionali, esistono ancora tante sacche di spreco in ambito Mae. E la Farnesina lo sa. Ma fa poco o nulla. E’ lo stesso Porta ad ammettere che a godere ancora oggi di privilegi particolari sono “gli ambasciatori e i diplomatici. Qualcosina è stata tolta ma c’è ancora tanta strada da fare. In futuro taglieremo le indennità all’estero, dei particolari meccanismi che consentono loro di raddoppiare gli stipendi”.
A proposito della tassa sulla cittadinanza italiana di 300 euro, introdotta pochi mesi fa dal governo italiano, Fabio Porta, che è anche presidente del Comitato italiani all’estero alla Camera, sottolinea: “ci stiamo battendo affinché questo importo resti dentro i consolati e serva a migliorare i servizi. Non deve andare al Ministero dell’Economia”.
Tra i diversi temi affrontati durante l’intervista, anche quello relativo ai Comites. Per Porta “è importante che finalmente si voti, questo è il punto fondamentale”, al di là delle tante polemiche che ci sono state riguardo al rinnovo dei Comitati. Lo stesso deputato dem comunque ammette che “alcune cose si potevano fare meglio, ma bisogna guardare il bicchiere mezzo pieno. Questi organismi di rappresentanza vanno aggiornati, i continui rinvii alle elezioni degli scorsi anni sono stati offensivi, ridicoli ed irrispettosi verso gli elettori. Certo, potevamo fare di più, portare più iscritti ed avere più liste, ma l’urgenza era votare, cambiare”.
In conclusione, Porta parla anche di informazione italiana all’estero e di editoria. “Dobbiamo stroncare tanti personaggi che ancora oggi si approfittano anche in maniera scorretta della legge. Ci sono organi di informazione degli italiani all’estero che anche via internet funzionano più da organismi di partito che da sistemi di stampa indipendenti, e questi vengono comunque finanziati, mi riferisco al cartaceo logicamente…”. Infatti. Ricordiamo che l’editoria online non riceve alcun contributo dallo Stato italiano, pur facendo lo stesso lavoro, anzi, spesso lavorando di più rispetto ai colleghi della stampa tradizionale.
L’EDITORIALE E Fabio Porta (Pd) dimentica l’informazione online
Porta continua: “Dovremmo cominciare a esigere chiarezza: o fai l’organo di partito o fai la stampa indipendente. E perciò maggiori controlli. Bisogna mettere mano a questo sistema. I pochi contributi, perché oggi sono veramente insufficienti, vanno dati ai giornali che si vendono e ai giornali che lavorano in maniera professionale. Esistono giornali che non lavorano con giornalisti professionisti, che non producono articoli in proprio, altri fatti con le fotocopie, altri ancora dove c’è la presenza di una sola persona che fa tutto e vorrei capire come fa”.
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