Roma – Rinnovato interesse da parte di Berlusconi verso la circoscrizione estero e volontà di sostenere gli italiani a Santo Domingo. Ne è convinto il senatore Vittorio Pessina, responsabile di Forza Italia nel mondo, che, a colloquio con ItaliaChiamaItalia, spiega: “Attendiamo i risultati delle elezioni dei Comites, ormai prossime, e dalla valutazione di questi risultati procederemo poi con la fase organizzativa in tutte le ripartizioni, portando avanti la trattativa con il MAIE (il Movimento Associativo Italiani all’Estero fondato e presieduto dall’On. Ricardo Merlo, ndr) che ritengo essere fondamentale per futuri successi elettorali”.
Senatore Pessina, martedì scorso si è svolto un incontro tra Berlusconi e i sostenitori di Forza Italia residenti in Europa. L’ex premier è intenzionato a puntare di nuovo sulla circoscrizione estero?
L’incontro tra il presidente Berlusconi e gli italiani all’estero attivi in Europa rappresenta, a mio avviso, un fatto estremamente positivo. Si tratta di un evento nuovo, molto significativo poiché simboleggia il sentimento di rinnovato interesse da parte di Berlusconi nei confronti dell’elettorato all’estero.
A che cosa è dovuto questo improvviso ritorno di fiamma tra Berlusconi e l’elettorato estero?
Posso ritenermi meritevole, almeno in parte, di aver risvegliato io stesso in lui questa sensibilità. Devo inoltre constatare che Berlusconi è apparso a tutti come un presidente molto tonico, allegro e per niente preoccupato di tutti i problemi che hanno caratterizzato il partito negli ultimi tempi. Desidero, inoltre, fare un plauso al fatto che questo incontro sia stato così ben organizzato e strutturato dal nostro unico rappresentante in Parlamento eletto all’estero, l’onorevole Guglielmo Picchi.
Proprio a proposito dell’onorevole Picchi, sembra che in realtà all’incontro fossero presenti soprattutto gli esponenti a lui più vicini e non tutti gli azzurri del vecchio continente nel loro insieme. E’ stato così?
No, non è corretto. Certo, erano presenti principalmente gli uomini di Guglielmo Picchi perché lo seguono da tanti anni e ovviamente lui ha con loro buoni contatti. Queste persone, però, sono state integrate con esponenti che ho introdotto io stesso ma che erano già conosciuti tra gli azzurri. In sintesi, si può dire c’è stata un’organizzazione di base sicuramente riferibile a Picchi e che questa si sia ricollegata a un contesto più generale, seppur comunque limitato alla ripartizione europea.
Non credete sia possibile replicare lo stesso incontro anche nelle altre ripartizioni?
Ora è prematuro dirlo. Le elezioni dei Comites rappresentano un fenomeno che riguarda soprattutto l’Europa in termini numerici e, di conseguenza, è giusto che l’incontro con Berlusconi sia stato fatto in questa ricorrenza.
Quindi esclude la possibilità che Berlusconi sia interessato a incontrare gli altri italiani nel mondo?
No, non lo escludo. Diciamo che eventuali altri incontri, su altre ripartizioni estere, potranno divenire attuali quando si delineeranno eventuali altre consultazione elettorali.
Sembra puntare molto sulle elezioni dei Comites. È da lì che Forza Italia nel mondo attingerà per la sua nuova classe dirigente?
Assolutamente sì. Una volta rinnovati questi organismi di rappresentanza potremo avere una valutazione molto più aderente alla realtà, dieci anni di mancato aggiornamento dei Comites hanno causato un freno nell’ambito dell’attività istituzionale degli italiani all’estero. Potremo identificare le nuove risorse del partito dopo un’attenta valutazione dei risultati delle elezioni dei Comites, una valutazione che non si limiterà a investire i componenti appena eletti ma, al contrario, coinvolgerà anche il meccanismo elettorale. Bisogna vedere le conseguenze di questo nuovo sistema di elezioni, per certi aspetti particolarmente macchinoso.
Quali tematiche sono state affrontate nell’incontro tra azzurri nel mondo e Berlusconi?
Si è parlato a lungo dei problemi di politica interna ed estera e, infine, delle relazioni internazionali. Il presidente si è dilungato sui numerosi golpe che hanno caratterizzato gli ultimi anni di politica italiana, a partire dal 2011 e dall’avvento di Monti.
Non sono stati affrontati anche argomenti più strettamente legati agli italiani nel mondo?
Gli argomenti trattati sono stati di interesse generale. Se dovessi dare un giudizio complessivo sull’incontro sottolineerei, più che i temi, la cordialità e la familiarità con le quali il presidente si è rivolto ai partecipanti. Alla presentazione di ogni singolo partecipante da parte di Picchi c’è stato, da parte di Berlusconi, un commento personalizzato con una particolare attenzione alla presentazione dei rappresentanti di Parigi e alla disponibilità ad alcuni quesiti posti dal rappresentante della Polonia. C’è stata una vera e propria partecipazione di estrema cordialità, che è stata apprezzata e accolta con notevole entusiasmo da parte degli intervenuti.
Berlusconi si è detto anche vicino alla questione dell’ambasciata di Santo Domingo.
Sì, c’è stato il fuoriprogramma di un rappresentante di Santo Domingo dove non c’è un Comites (gli italiani residenti nella Repubblica Dominicana votano per il Comites di Panama, ndr), ma si sta verificando il grave fatto della chiusura dell’ambasciata, un problema che sta interessando gli italiani lì residenti, ora costretti a rivolgersi all’ambasciata italiana a Panama, certamente non comoda né dal punto di vista economico né da quello degli spostamenti. Il fatto che il presidente abbia preso un appunto su questo problema ha dimostrato la sua sensibilità.
Oltre a manifestare la sua sensibilità, come potrà dimostrare il suo impegno in concreto? Berlusconi è un uomo molto impegnato, sembra improbabile che possa pensare agli italiani di Santo Domingo.
Me ne curerò io di rammentarglielo, è appunto un uomo impegnato e le sue mosse si potranno vedere solamente dopo le elezioni regionali di maggio, quando si chiarirà il panorama politico e anche quello del partito. Una volta capiti gli equilibri si faranno i dovuti interventi ed è possibile che si trovi il giusto spazio per poter perorare la causa dei problemi creati dalla chiusura dell’ambasciata. Anche se, in realtà, la soluzione più logica consisterebbe semplicemente nel creare un consolato per sopperire a disagi conseguenti alla chiusura.
All’incontro era presente anche l’ex parlamentare Raffaele Fantetti. Qual è il suo ruolo in Forza Italia estero?
Non ha alcun ruolo, ha solamente fornito un grande supporto nell’organizzazione dell’incontro.
Sono in arrivo nomine all’interno di Forza Italia nel mondo? Quali sono le prossime iniziative?
Per il momento siamo ancora in fase organizzativa. Attendiamo i risultati delle elezioni dei Comites, ormai prossime, e dalla valutazione di questi risultati procederemo poi con la fase organizzativa in tutte le ripartizioni, portando avanti la trattativa con il MAIE che ritengo essere fondamentale per futuri successi elettorali.
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