Roma – Riunire le numerose eccellenze italiane nel mondo. Vi sembra un’idea semplice? Non proprio, visto che, fino ad oggi, nessuno aveva pensato di proporla. A riunire tutti i fuoriclasse del Bel Paese sparsi nel mondo ci penserà il Movimento delle Libertà, creato dall’esponente Pdl Massimo Romagnoli. “In ogni periodo, dal lontano passato ad oggi, l’Italia ha esportato ovunque nel mondo soprattutto cervelli, idee, progettualità, spirito imprenditoriale e creativo nei più diversi settori – spiega la stessa responsabile Cultura Mdl, Giulia Torri -. Curiosamente, tutto questo non è stato mai abbastanza evidenziato e valorizzato, pur costituendo un enorme valore aggiunto e un’autentica materia prima dell’italianità, avendo dato e dando luogo a sinergie così forti da creare altre Italie off shore”.
La necessità di convocare la Consulta generale delle eccellenze italiane all’estero nasce appunto dalla volontà di offrire visibilità e mettere in concreta relazione tra loro tali variegate eccellenze.
Il Movimento delle Libertà vuole costruire un percorso che possa evidenziare quanto sia grande nel mondo la creatività italiana. Un percorso che a marzo 2013 dovrà appunto portare a convocare a Roma la prima Consulta generale delle eccellenze italiane all’estero.
L’obiettivo principale è far confluire nella Capitale grandi esempi di italiani che hanno raggiunto nel mondo vette altissime, divisi in settori o argomenti, a loro volta organizzati in sotto-parti riferite al passato, al presente ed alle ipotesi future. Mettere a confronto queste personalità, farle incontrare e dialogare, per mettere a sistema tutta la loro grande esperienza.
Si darà forma ad un mosaico complesso, da cui apparirà come gli emigranti italiani di qualità abbiano teso e tendano – ovunque collocati – a raggiungere, nell’arte come nella tecnica, nelle scienze come nell’imprenditoria, nell’economia come nella politica, esiti di altissimo livello. In più, apparirà come tali esiti, ciascuno già di gran rilievo, possano fare sistema e diventare punto di partenza per nuove ed inaspettate, ma avvedute ed innovative esperienze.
La Consulta sarà a scadenza biennale, puntando a diventare un appuntamento fisso di verifica. La prima edizione riguarderà i Paesi dell’Europa allargata, dal Portogallo alla Russia e dall’Irlanda a Cipro, durerà due giorni, intervallati da una serata-evento che riproporrà, in termini di spettacolo e di più facile approccio, i temi della Consulta, dandone ancor più enfasi. Si introdurrà infatti un aspetto di finzione narrativa, in cui il confine tra vero e falso diventa sfumato, ma resta comunque verosimile.
Verrà presentato uno spettacolo, un racconto in musica (della durata di circa un’ora) che ripercorrerà con effetti scenici artistici e spettacolari tutti i temi delle giornate, che vorrà rendere diversamente memorizzabili anche per un pubblico normalmente meno attento a fenomeni importanti socialmente, culturalmente e tecnicamente come quelli proposti.
Con la Consulta generale si vuole dar forma ad un contenitore, quasi un palinsesto, che racchiuda al suo interno più figure e più azioni e possa diventare nucleo esplicativo ed unificatore di esperienze anche molto diverse. Un “palinsesto” che consenta, per la sua stessa natura, di lavorare in maniera fattivamente creativa, ponendo in connessione sistemi culturali e tecnici solo in apparenza estranei tra loro. Che faccia emergere gli assi di collegamento che già esistevano nel passato e che, presenti ancora oggi, consentono inoltre di ipotizzare future proiezioni e sviluppi, anche di natura economica.
Un workshop, ma anche uno spazio creativo che coltivi le diverse professionalità e sensibilità nell’unitario ed acuminato punto di vista del calembour. Che consenta, mettendo a confronto idee prestigiose, di formare nuove idee e di dar luogo a nuove progettualità.
La Consulta generale dovrà poi servire a mettere in comunicazione e collaborazione le nostre eccellenze all’estero, oltre che tra loro, con le classi dirigenti italiane. Ed in vista del prossimo semestre italiano di Presidenza del Consiglio dell’Unione Europea, che inizierà a luglio 2014 e durante il quale l’Italia dovrà cercare di realizzare i propri prefissati obiettivi politici, legislativi e culturali, la Consulta del 2013 potrà essere anche un momento iniziale di raccolta di idee e di proposte da inserire in tali obiettivi.
Con la Consulta generale si vuole mettere in atto una forma di comunicazione meno tradizionale, che da un lato eviti il parlottio autoreferenziale, dove si dicono cose interessanti al più per gli addetti ai lavori e si finisce con l’escludere chi, volonteroso, ascolta, e dall’altro possa dar luogo a concrete conseguenze operative.
Sono state e sono numerose le lodevoli iniziative nate per favorire la mobilità dei talenti e la promozione del ruolo degli Italiani all’estero. La Consulta generale vuole raccoglierle tutte e sistematizzarle in un grande ed emblematico momento di incontro, che diventi un importante meccanismo di interazione. Per inoltre diffondere le dinamiche che hanno portato al successo, capirne e utilizzarne le esperienze.
La Consulta generale vuol essere una casa comune che non si apre e si chiude occasionalmente, ma diviene struttura permanente capace di offrire un servizio pieno, completo, interattivo. Finalità è creare una rete che, dopo averlo censito, riconduca all’Italia questo patrimonio: un patrimonio umano di eccellenze “prestato”, non ceduto, formato da “esportatori di creatività”. Un patrimonio immenso ma disperso, che rischia di perdere l’identità e la matrice italiana, e per ciò stesso va ricondotto alla terra d’origine. Ciò che nel segno dell’Italianità cresce all’estero non deve diventare straniero per il Paese d’origine.
L’operazione ha l’ambizione di riappropriarsi nel mondo di quello che possiede la nostra matrice, culturale prima ancora che nazionale. Chi ha portato all’estero intelligenza, cultura, creatività, innovazione, ed all’estero ha piantato radici, deve poter riconsiderare che il suo Paese gli riconosce questi meriti ed è pronto a costruire un edificio comune tra ciò che abbiamo in Italia e ciò che abbiamo “prestato” al mondo.
Il percorso per arrivare a marzo 2013 partirà subito, attraverso il coinvolgimento all’estero dei referenti del Pdl, delle ambasciate, di organismi e istituzioni italiane, di scuole e università, la creazione di un apposito sito internet e l’utilizzo dei social network e l’ideazione di stimolanti concorsi e di un’adeguata campagna di comunicazione.
La Consulta generale delle eccellenze italiane all’estero dovrà dunque puntare a raccogliere, coordinare, implementare e rendere progetto operativo – proprio attraverso il confronto – le diverse eccellenze italiane all’estero. E la politica avrà il fondamentale ed insostituibile ruolo di aiutare a raggiungere l’obiettivo della differenziazione, dell’innovazione e dell’utilità (innovazione di valore). Sostenendo l’originalità e staccandosi così da ogni forma di sovrapposizione o concorrenza.
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