Con una interrogazione in Commissione affari esteri l’on. Franco Narducci ha chiesto al Presidente del Consiglio dei Ministri ed al Ministro degli Affari esteri di riferire che cosa intende fare il Governo “per dare risposta alle sollecitazioni pervenute dalla Conferenza svizzera dei direttori cantonali relativamente alle esigenze di formazione linguistica dei giovani italiani residenti in Svizzera in età scolare” e “con quali modalità intende attivarsi per avviare una cooperazione bilaterale con la Confederazione elvetica al fine di una reale integrazione dei corsi di lingua e cultura nella scuole dell’obbligo locali, prevedendo anche un maggiore impegno della Confederazione stessa”. L’interrogazione parte dalla necessità di assicurare lo svolgimento dei corsi di lingua italiana come prima lingua per i circa 14 mila ragazzi di madrelingua italiana che seguono tali corsi in Svizzera.
Tali corsi, infatti, sono in pericolo a causa dei tagli operati al capitolo di finanziamento dei corsi di lingua e cultura italiana all’estero. Un dato che ha destato preoccupazione anche da parte della Conferenza svizzera dei direttori cantonali della pubblica educazione, che, in una lettera al Presidente Monti, hanno rilevato come il sostegno all’insegnamento della prima lingua sia essenziale per promuovere l’integrazione scolastica dei giovani migranti, presupposto indispensabile ai fini anche della loro integrazione socio-economica. Inoltre, vista la disponibilità da parte Svizzera nel promuovere adeguate politiche di integrazione scolastica, culturale e sociale dei migranti di concerto con lo Stato da cui essi provengono, l’on. Narducci ha ritenuto necessario sollecitare un impegno negoziale in tal senso anche da parte del Governo italiano.
Si tratta di una necessità, quella dei corsi di lingua italiana in Svizzera, non derogabile tanto che, pochi giorni fa, anche il VPOD (sindacato dei servizi pubblici e sociosanitari) del Cantone di Zurigo, con il sostegno del gruppo DES (docenti degli enti gestori in Svizzera), ha indirizzato una petizione al Parlamento e al Governo del predetto Cantone, invitati ad intraprendere le opportune iniziative, anche di natura finanziaria, affinché i corsi di lingua e cultura materna possano proseguire nella stessa dimensione quantitativa e qualitativa che li ha caratterizzati fino ad ora. Narducci, rivolgendosi al Governo italiano,chede che sappia essere all’altezza delle attese della comunità italiana in Svizzera ed alla formazione linguistica dei giovani italiani.
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