E’ Simone Camilli il videoreporter italiano rimasto ucciso nel nord di Gaza nel corso di una operazione di disinnesco di un missile israeliano rimasto inesploso. Camilli era un giornalista romano che lavorava con diverse agenzie internazionali, tra cui anche l’Ap. Associated Press ricorda che si tratta del primo reporter straniero a restare ucciso nel conflitto nella Striscia, il cui bilancio è finora di 1900 morti palestinesi e 67 israeliani. Camilli, riferisce AP, aveva 35 anni e lavorava per Associated Press dal 2005.
A Gaza Camilli aveva realizzato documentari per produzioni indipendenti sulle condizioni di vita dei palestinesi. La foto del videoreporter romano e’ stata diffusa su Twitter dal dottor Bassel Abuwarda, medico dell’ospedale Al-Shifa intervistato dallo stesso Camilli.
Nel video in questa pagina uno dei servizi realizzati da Simone.
Il ministro degli Esteri, Federica Mogherini, ha espresso il suo cordoglio per la morte di Camilli. "La morte di Simone Camilli e’ una tragedia, per la famiglia e per il nostro Paese", ha detto. "Ancora una volta e’ un giornalista a pagare il prezzo di una guerra che dura da troppi anni e per la seconda volta in pochi mesi piangiamo la morte di ragazzi impegnati con coraggio nel lavoro di reporter", ha ricordato Mogherini. "E se ve ne fosse stato bisogno, l’uccisione di Simone dimostra ancora una volta quanto urgente sia arrivare a una soluzione finalmente definitiva del conflitto in Medio Oriente", ha aggiunto. "Ai famigliari e agli amici di Simone voglio esprimere a nome mio e di tutto il governo le condoglianze per questa perdita cosi’ dolorosa", ha concluso Mogherini.
Adriana Poli Bortone, di Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale alla notizia dell’esplosione a Gaza che ha causato la morte del videoreporter italiano, ha commentato: “Esprimo profondo cordoglio alla famiglia del giornalista Simone Camilli a tutti noi italiani che piangiamo la scomparsa di un figlio della nostra. Una tragedia che si sarebbe potete evitare, se la diplomazia fosse intervenuta in modo efficace per dirimere una guerra assurda che si protrae da troppo tempo e che nel Terzo millennio e’ fuori da ogni logica. La vicenda israelo-palestinese e’ da considerarsi il simbolo del fallimento della diplomazia internazionale. L’Italia dovrebbe quanto meno assumere una forte iniziativa politica".
LA SCHEDA Simone Camilli, l’italiano rimasto ucciso in una esplosione a Gaza, lavorava per Associated Press e per l’Ifad (il Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo). Aveva studiato al liceo scientifico Morgagni di Roma e si era laureato all’università La Sapienza in Storia e religione islamica. Conosceva molto bene Gaza, dove era stato diverse volte: nel 2006 e 2007 per gli scontri tra al Fatah e Hamas, nel dicembre 2008 per l’operazione israeliana Cast Lead, nel 2011 per lo scambio di prigionieri con il militare Gilad Shalit, nel 2012 per Pilastro di difesa.
Nel 2006 era stato in Libano per la guerra con Israele e nel 2008 aveva seguito il successivo scambio di prigionieri. Nel 2007 era stato in Turchia a seguire gli scontri con i miliziani del Pkk. In Italia aveva seguito la morte di Giovanni Paolo II e le vicende della Costa Concordia. Per l’Ifad coordinava la produzione di materiali video in Paesi in via di sviluppo.
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