Ricardo Merlo, presidente del MAIE – Movimento Associativo Italiani all’Estero, si trova in questi giorni nella sua Argentina, per incontri con le comunità italiane del paese sudamericano. Intervistato da La Capital, testata giornalistica argentina, Merlo affronta diversi argomenti, tra cui il rapporto del MAIE con il governo Renzi, la riforma costituzionale con il referendum di autunno, il futuro politico della attuale legislatura.
A proposito di referendum costituzionale, uno dei temi più caldi a livello politico nelle ultime settimane e ancora in questi giorni, il deputato italo-argentino non ha dubbi: il MAIE voterà per il Sì. Ma Merlo sottolinea: “Voteremo a favore della riforma costituzionale, che è una riforma del Parlamento, non di Renzi”. Insomma, il Sì del MAIE alle riforme, ci tiene a evidenziare l’eletto oltre confine, non è un sì al governo guidato dal segretario Pd: “Noi siamo all’opposizione di Renzi – ribadisce Merlo – e siamo contro le politiche del suo governo per quanto riguarda gli italiani all’estero”.
Poi Ricardo Merlo snocciola uno a uno i motivi per cui crede che sia giusto votare Sì al referendum d’autunno: “Questa è una riforma necessaria, l’Italia ha bisogno di governabilità, deve essere un Paese più semplice e deve diminuire i costi della politica”. Con questa riforma, evidenzia il deputato eletto in Sud America, “ci saranno 325 politici in meno”, ovvero i senatori, che la riforma elimina, sostituendoli con 100 persone – scelte tra sindaci e consiglieri regionali – che dovranno rappresentare il territorio a palazzo Madama e dovranno farlo ad honorem, perchè non avranno stipendi se non un rimborso spese. Dunque, 325 poltrone che saltano, 325 persone che, in caso di vittoria del Sì, dovranno andare a lavorare. Per un risparmio – solo in stipendi – di quasi 50 milioni di euro.
Inoltre – prosegue Merlo nell’intervista – “si passerà da un sistema bicamerale a uno quasi monocamerale. Le decisioni passeranno dalla Camera dei Deputati. Chi vince governa. Sono in Parlamento da dieci anni – continua l’onorevole – e abbiamo vissuto momenti difficili con i governi di Romano Prodi e Silvio Berlusconi, per debolezza dell’esecutivo; aggiungiamoci che oggi sono fortissimi i problemi legati al terrorismo e all’immigrazione di massa. Abbiamo bisogno di poter prendere decisioni velocemente”.
In caso vincesse il Sì al referendum, anche i sei senatori eletti all’estero verrebbero aboliti. Ma Merlo spiega: “Verranno eliminati 325 senatori, ma la percentuale di rappresentanti degli italiani all’estero non cambierà. Al posto di 18 eletti all’estero su 1025 parlamentari, tra Camera e Senato, ce ne saranno 12 su 630 deputati. Sarà la stessa proporzione”. E comunque, specifica il presidente del MAIE, “non possiamo pensare a una riforma costituzionale in base al fatto di perdere o mantenere un senatore, dobbiamo farlo in funzione dell’interesse del Paese”.
Merlo nel corso dell’intervista torna a spiegare perché il MAIE è così critico nei confronti del governo Renzi per ciò che riguarda l’universo dell’emigrazione: “Il governo Renzi taglia i fondi alla promozione della lingua italiana nel mondo, chiude ambasciate e consolati, impone nuove tasse ai connazionali all’estero come nel caso dei 300 euro per fare richiesta della cittadinanza italiana, soldi tra l’altro che il governo non usa per rafforzare la rete consolare ma che vanno a Roma. Come potremmo sostenere un governo che fa queste cose e che continua a massacrare gli italiani nel mondo? Solo noi del MAIE rappresentiamo davvero gli italiani all’estero, tutti gli altri sono partiti ‘romani’ che rappresentano altri interessi, non certo quelli degli italiani nel mondo”.
Insomma, “la politica di Renzi per gli italiani all’estero è pessima come lo è stata quella di Berlusconi”, commenta Merlo. “Lo possiamo dire con serenità, perché non dipendiamo dai partiti politici italiani, siamo autonomi e indipendenti”.
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