La storia dei rapporti tra l’Italia e i propri cittadini residenti in Uruguay sta affrontando un delicato momento a causa della decisione del governo di chiudere e declassare il Consolato d’Italia a Montevideo. In Uruguay più della metà della popolazione è di discendenza italiana e circa 120.000 persone hanno la doppia cittadinanza, mentre molti altri sono in attesa di ottenerla.
La traccia italiana in questo Paese sudamericano è molto profonda: basta ricordare la presenza di Giuseppe Garibaldi nella battaglia a difesa di Montevideo, la sua campagna militare in Uruguay prima di partire per l’unificazione dell’Italia; la grande immigrazione determinatasi a cavallo delle due guerre mondiali, durante le quali Montevideo fu un porto di accoglienza di migliaia immigrati italiani.
La Camera di Commercio Italiana in Uruguay è la più antica del mondo.
La struttura stessa della città di Montevideo rivela l’opera di professionisti, imprenditori e artigiani italiani negli edifici più importanti; e persistono oggi e sono parte della società uruguaiana tradizioni e costumi di una collettività italiana molto attiva e presente socialmente.
Di fronte alla grave decisione del governo italiano di chiudere e declassare il consolato di Montevideo, la popolazione di origine italiana ha organizzato varie attività di protesta al fine di richiamare l’attenzione dell’Italia affinché questa situazione possa cambiare.
Oggi, venerdì 6 giugno, il MAIE ha convocato i cittadini italiani per una mobilitazione davanti all’Ambasciata italiana, mobilitazione a cui parteciperanno il Comitato Salviamo il Consolato, e i referenti della comunità italo uruguaiana, come Mario Mattiussi, l’Arch.Claudio Melloni, il giornalista Stefano Casini e naturalmente anche il presidente del MAIE, on. Ricardo Merlo.
Al termine della manifestazione di protesta, per la quale si attende una grande adesione da parte dei nostri connazionali, l’on. Ricardo Merlo, insieme all’on. Mario Borghese e al coordinatore del MAIE Uruguay, Sen. Aldo Lamorte, incontrerà l’Ambasciatore d’Italia, Vincenzo Palladino, per consegnargli un documento di attestazione dell’importanza del Consolato di Montevideo per tutta la comunità italiana residente nel Paese.
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