Roma – “Avrei chiesto cose più serie, piuttosto che una riforma che non vuole nessuno”. Non ha dubbi Eugenio Marino, responsabile Pd estero, nel collocare le priorità degli italiani nel mondo. In cima alla lista delle urgenze assistenza sanitaria, lingua e cultura, Rai Internazionale. Il CGIE può aspettare.
Il neopresidente Monti, intervenendo alla Camera per il voto di fiducia, ha ricordato i connazionali nel mondo come “una ricchezza per il Paese”, sottolineando di essere stato anche lui, per diversi motivi, un italiano all’estero. Avete tirato un sospiro di sollievo?
"Finalmente torniamo a sentire un premier, dopo Prodi, parlare di noi e farlo in Parlamento, non in singole lettere inviate per chiedere voti. Assistiamo a un’inversione di tendenza anche nelle stesse persone che, fino a ieri, sostenevano Berlusconi nonostante dicesse che gli italiani all’estero non possano avere un diritto al voto perché non pagano tasse".
Non temete che, nonostante le parole, il nuovo governo prosegua con i tagli già avviati dal precedente?
"Con Monti – dichiara Marino a Italiachiamaitalia.it – si conferma un atteggiamento più serio, che include anche le questioni che ci riguardano. Da quanto dice, ci sono le premesse per sperare che si cambi registro e si guardi con rinnovato interesse agli italiani nel mondo".
L’attenzione di Monti deriva da un lavoro di persuasione operato dagli eletti all’estero o è frutto di una sensibilità personale?
"Non si tratta di un caso isolato, portato avanti solamente nelle ultime settimane. Il Pd sostiene un lavoro costante di sensibilizzazione, seguendo le proprie attività in maniera seria e quotidiana, sia a Roma che in tutto il mondo. Nel 2011 abbiamo organizzato più di cinquanta iniziative dedicate ai 150 anni dell’Unità d’Italia e all’emigrazione e lo stesso segretario nazionale, Bersani, ha partecipato a diversi incontri, così come l’ex ministro degli Esteri D’Alema".
Gli italiani nel mondo sono nei pensieri della segreteria nazionale?
"Nei pensieri e nei fatti, basta vedere tutti gli interventi più importanti di Bersani alle feste dell’unità, ai congressi e alle assemblee nazionali; nelle sue parole ci sono sempre gli italiani all’estero e loro stessi, in queste occasioni, hanno avuto la possibilità di collegarsi e parlare in diretta dei propri problemi, sia alla manifestazione nazionale dello scorso dicembre che a quella del 5 novembre scorso".
Vuole dirci che, in fatto di italiani all’estero, nessuno ha messo la ‘pulce nell’orecchio’ a Monti? Nemmeno dopo che, nel suo intervento al Senato, non aveva accennato minimamente all’argomento?
"Nel suo breve intervento sulla materia, Monti si è riferito ai gruppi parlamentari che ha consultato. Probabilmente, da parte di questi ultimi, c’è stato un accenno agli italiani nel mondo durante le consultazioni". (Durante il suo primo intervento al Senato, tuttavia, Monti non ha parlato di italiani nel mondo, eppure le consultazioni c’erano già state, ndr)
Il governo è appena nato e già, secondo alcuni, porta con sé numerosi conflitti di interesse. Basti pensare ai forti legami con il mondo delle banche, Intesa San Paolo tra tutte.
"Queste critiche che vengono da più parti mi fanno sorridere, mi ricordano quei bambini che, quando vengono rimproverati, anziché giustificare e correggere i propri errori accusano il compagno. Chi, in questi anni, ha negato il gigantesco conflitto di interessi di Berlusconi ora non può prendersela con i nuovi ministri".
Dopo tante richieste, il Pd ha ottenuto le dimissioni di Berlusconi, che tuttavia sappiamo è stato costretto a fare un passo indietro dai mercati, e non dall’opposizione. Da domani, però, quali sono le priorità nell’agenda per gli italiani nel mondo?
"Proprio le priorità rappresentano una tematica che desta le mie preoccupazioni. Il motivo è semplice: dopo tre anni di massacro perpetuato contro la nostra comunità, con Rai Internazionale pronta alla chiusura così come i corsi di lingua e cultura, si è pensato bene di chiedere a questo governo la riforma del CGIE e dei Comites".
Le urgenze sono altre?
"Certo, non credo che la riforma di comites e CGIE possa aiutare gli indigenti ad avere più cure o la Rai a garantire maggiore informazione. Avrei chiesto cose più serie, piuttosto che una riforma che non vuole nessuno, avrei chiesto l’approvazione di una legge bipartisan come quella sui diritti dei contrattisti all’estero, approvata in Senato con il parere favorevole di tutti".
In concreto, però, come intende muoversi il Pd?
"Noi indicheremo alcune priorità, partendo dalla necessità di mettere in sicurezza il diritto di voto aggiustando la legge Tremaglia, visto che manca un anno a fine legislatura. È importante, infine, cominciare a pensare seriamente a donne e giovani, richiamati dallo stesso Monti nel loro ruolo sociale. Proprio su questo tema – spiega Marino a Italiachiamaitalia.it -, noi del Pd abbiamo già presentato, da diversi anni, una bella proposta di legge sulla rete delle donne italiane all’estero".
La “rete delle donne italiane all’estero” non stride con il concetto di urgenze nazionali?
"Certamente non è una priorità ma, passato questo periodo di sacrifici, bisognerà fare scelte e spero che venga rispolverata proprio questa legge. La corsia preferenziale, però, è riservata all’assistenza sanitaria, alla promozione di lingua e cultura e all’attenzione ai giovani".
Gli italiani nel mondo non sono stanchi di essere considerati ‘di serie B’?
"Gli italiani all’estero hanno sempre mantenuto alta l’immagine nel nostro paese, minata da chi rappresentava queste istituzioni fino a pochi giorni fa. I nostri connazionali continueranno a rappresentarci in maniera degna, in molti si erano offerti per comprare i nostri titoli di stato, migliaia di loro hanno imprese nei settori chiave dei paesi nei quali risiedono e, proprio su questo, bisognerà investire per l’internazionalizzazione del sistema Italia".
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