Il recente incontro fra Vittorio Pessina, responsabile del dipartimento Italiani nel Mondo di Forza Italia, e Ricardo Merlo, fondatore e presidente del MAIE – Movimento Associativo Italiani all’Estero, rappresenta a suo modo una piccola grande svolta nel panorama politico che riguarda l’emigrazione e in quello che viene definito Sistema Italia all’estero. Una svolta perché per la prima volta un grande partito italiano (dopo i contatti con l’Udc e la lista Monti) si interessa al MAIE e punta ad una alleanza politica, strategica, programmatica, elettorale con il movimento.
Il MAIE, chi lo conosce lo sa, è un movimento prima di tutto culturale, che ha fatto della difesa degli interessi degli italiani residenti all’estero il suo punto di forza, la sua arma vincente. Forza Italia negli ultimi anni si è dimenticata degli italiani all’estero, questo non possiamo nascondercelo. Chi segue la politica dedicata agli italiani all’estero ogni giorno, lo ha visto molto bene. Lo hanno notato gli addetti ai lavori, coloro che per tanto tempo hanno rappresentato oltre confine il partito azzurro. E lo hanno notato soprattutto gli elettori di centrodestra residenti nei cinque continenti. Del resto, il risultato elettorale delle ultime elezioni politiche, per ciò che riguarda l’estero, parla chiaro: per Forza Italia è stata una carneficina.
Il fatto che Vittorio Pessina abbia cercato un incontro con Merlo parla da sé: Forza Italia da sola non è in grado, non più, di portare avanti una seria politica per gli italiani nel mondo. Per tanti motivi. Perché organizzare un partito nel mondo non è semplice, innanzi tutto; perché da troppo tempo gli azzurri nel mondo sono allo sbando; perché nel corso degli anni tanti di coloro che hanno rappresentato Forza Italia all’estero si sono stancati e hanno cambiato bandiera. La stragrande maggioranza di loro ha scelto proprio il MAIE come nuova casa. Ecco che una alleanza Forza Italia – MAIE per molti esponenti del Movimento Associativo è qualcosa di naturale. Alcuni di loro si sono turati il naso quando, alle ultime Politiche, l’alleanza elettorale è stata con la lista Monti, all’interno della quale c’era anche quel Gianfranco Fini che per molti azzurri puzza ancora di tradimento. Eppure sono stati al gioco perché la politica è anche l’arte del possibile. Figuriamoci ora: per loro, di fronte a una alleanza con Forza Italia, ci sarebbe solo da brindare.
Ci sarebbe, condizionale. Uno, perché l’alleanza non è ancora certa: si è aperta una strada, vedremo dove porterà. E due, perché il Berlusconi di oggi certamente non è quello dei tempi d’oro e soprattutto all’estero la sua immagine è, nel corso degli anni, assai sbiadita. Prova ne sia, ribadiamo, il disastro elettorale di Forza Italia alle passate elezioni e, per contro, il successo di Mario Monti all’estero, mentre in Italia il Prof ha fatto fiasco.
Ma queste sono analisi che forse interessano più gli addetti ai lavori. Come lo è la discussione che riguarda quei benedetti – o maledetti – organi di rappresentanza, per esempio. Con Comites e CGIE, che facciamo? Li riformiamo? Li eliminiamo? Oppure ce li teniamo così come sono, ovvero uno schifo totale – persino a detta di coloro che ne fanno parte -, carrozzoni inutili e costosi, vecchi dentro e fuori? E il voto all’estero, lo miglioriamo? Lo mettiamo in sicurezza? Guardiamo al futuro, usando anche l’opzione del voto elettronico? Oppure per l’ennesima volta torneremo a votare con un sistema pietoso che fa acqua da tutte le parti? E siamo disposti a creare delle regole severe per i patronati, che devono finirla di essere fabbrica di voti sotto ogni tipo di elezione?
Messi da parte certi interrogativi, credo che agli italiani nel mondo, agli elettori, interessi molto di più sapere se finalmente tutto ciò di cui si parla da una vita potrà essere sistemato. Non importa da chi: destra e sinistra sono concetti che stanno ormai sparendo persino in Italia, figuriamoci oltre confine, dove i connazionali vogliono una rete consolare che funzioni, un made in Italy protetto e al riparo dalla contraffazione, una ristorazione italiana doc premiata e salvaguardata; vogliono che il proprio Paese, l’Italia, sia capace di diffondere oltre confine la propria cultura e la propria lingua, vogliono che le piccole e medie imprese italiane vengano sostenute e aiutate a internazionalizzare, vogliono che gli accordi fiscali del Paese di residenza con l’Italia li favoriscano e permettano loro di non pagare doppia imposizione su redditi e pensioni. Ancora: vogliono che la propria abitazione in Italia venga considerata prima casa a tutti gli effetti, e questo deve valere per tutti gli italiani nel mondo, non solo per una parte di essi. Basta discriminazioni e guerra fra poveri.
Quelli citati sono tutti temi che da tempo sono sul tavolo del MAIE. Forza Italia potrebbe dare certamente una spinta in più a determinate questioni. Con i propri parlamentari e il proprio peso politico potrebbe sostenere certe battaglie in Parlamento; e dall’altra parte il MAIE potrebbe contribuire a dare sostanza alla rinnovata linea riformista di Forza Italia coinvolgendola nella propria visione e ridando fiducia all’elettorato deluso.
Ce la faranno Merlo e Berlusconi, anche tramite Pessina, a trovare un accordo? Ci auguriamo di sì, perchè pensiamo da sempre che l’idea liberale sia quella vincente anche in economia e che nell’attuale crisi debba essere proprio l’eccellenza delle nostre imprese a dover essere sostenuta e protetta per invertire la rotta. Visione già contenuta nel programma del MAIE come in quello di Forza Italia. Sapranno le due forze politiche unire gli sforzi per ottenere finalmente risultati concreti?
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