Gentile direttore,
Caro Ricky,
oltre ad avere molti amici in comune, seguo da tempo il tuo quotidiano online, ItaliaChiamaItalia, per cui mi rivolgo a te anche come coordinatore del MAIE.
Mi chiamo Rodolfo Meloni, risiedo in Canada e dal 1982 svolgo anche le mansioni di Console Onorario d’Italia. Le provincie (regioni) di mia competenza sono la Nova Scotia, Il Nuovo Brunswick e l’Isola del Principe Edoardo.
Di recente ho letto su una testata giornalistica italiana l’articolo “Spending review, Risparmi per tutti? No, il Governo salva la casta dei diplomatici”. A nome di altri consoli onorari invio questa mia nota già inviata precedentemente ai due politici Italo-Canadesi eletti nella circoscrizione estera e al quale non e’ stata data nessuna risposta in merito. Noi tutti conosciamo il problema economico che affligge l’Italia e comprendiamo il problema. Ma c’e’ un limite a tutto perchè oramai sono tre anni che il MAE continua a fare tagli sui contributi erogati. Non si tratta più di una severa decurtazione, ma di una riduzione dell’80% del contributo dell’anno precedente, che si aggiunge alla riduzione degli anni passati. Per il mio territorio che copre una superficie pari alla meta’ dell’intera Italia – e do assistenza a circa 15-20 mila connazionali – le previsioni del contributo per l’anno in corso sarà ulteriormente ridotto rispetto a quello del 2011 che fu di circa 5,000.00 dollari con i quali posso al massimo coprire due mesi di spese d’ufficio.
A seguito dei drastici tagli sui contributi che il Ministero degli Affari esteri attribuisce alla rete consolare onorifica, la posizione dei consoli onorari è di chiudere gli uffici, in quanto non hanno più le risorse necessarie per mantenerli aperti.
Sappiamo che i consoli onorari svolgono una sublime forma di volontariato e di servizio allo Stato nell’interesse nazionale e per la promozione dell’immagine dell’Italia, ne deriva una colpevolezza di non svolgere un mestiere ma un servizio, ma tutto ha un limite. L’intera struttura si basa essenzialmente sulle risorse economiche messe a disposizione dai singoli consoli onorari e di un contributo dello Stato italiano, erogato attraverso il Mae, che non è oggettivamente adeguato. Il senatore Alfredo Mantica parlo’ a suo tempo di un forte successo in termini operativi circa l’amministrazione svolta dal sistema informatico, con procedure più veloci, dove ogni cittadino potrà accedere per via telamatica. Non vorrei deluderlo ma penso che il Senatore non conosca la vera realtà.
La struttura consolare onorifica vive ancora con le marche da bollo della vecchia generazione incluse quelle da uno e due centesimi di Euro che oramai in Italia non si usano nemmeno come resto e con imperativi procedurali di vecchio stampo. Svariati sono i nostri compiti tra cui richieste di cittadinanza, arrivo navi, procure, assistenza pensioni, assistenza cittadinanza, notifiche stato civile, assistenza dichiarazioni fiscali, assistenza richiesta visti, pratiche di passaporto, pratiche successorie, rimpatrio salme, visite di dignitari e politici Italiani oltre alle urgenze, che caso strano arrivano sempre su sede di consolati onorari perchè siamo presenti sul territorio.
I Consoli onorari sono anche le prime antenne di collaborazione sui territori, sono quelli che forniscono accurate e preziose informazioni sulle realtà locali, sono le figure che si occupano di parlare direttamente con la gente, indispensabili per il funzionamento delle relazioni tra le istituzioni e le persone. Il ruolo del Console onorario assume un’importanza strategica a livello nazionale e internazionale per gli scambi commerciali e culturali, sono la locomotiva locale delle strategie operative della squadra Italia.Il grido d’allarme della nostra categoria è al massimo livello, la chiusura delle nostre sedi per mancanza di fondi è l’unica alternativa che ci resta.
In buona fede credo che i parlamentari e l’opinione pubblica italiana non conoscano il vero operato dei consoli onorari. Lo Stato italiano si è avvalso, sino ad ora, di un patrimonio di risorse umane spontanee di cui è innegabile il ritorno di immagine e di prestigio per l’Italia. La rete consolare onoraria non vuole sfuggire alla difficile gestione del bilancio, ma tale previsione d’esercizio è una vera e propria sentenza di morte per i servizi alle comunità limitrofe italiane nel mondo.
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