Le dichiarazioni del vice ministro agli Affari Esteri Bruno Archi, che ha la delega per gli italiani nel mondo, all’Assemblea Plenaria del CGIE del 26 giugno u.s., rappresentano sicuramente un’inversione di tendenza della politica di questo governo in materia di politica culturale e rilancio della lingua e cultura italiana nel mondo. Rappresentano, anche, un’autocritica rispetto a quanto statuito dallo stesso esecutivo in occasione del varo nel giugno scorso della cosiddetta Spending Review perché dimostrano chiaramente l’errore strategico di ricorrere alla mera logica dei tagli lineari. Passare alla drastica riduzione del contingente di docenti, ata e dirigenti scolastici da 1.024 a 624 unità, benché gradualmente, e al taglio secco delle risorse agli enti gestori, ha messo a dura prova l’intera rete dei corsi di lingua e cultura italiana all’estero e quindi l’intero sistema della scuola e delle istituzioni scolastiche italiane all’estero.
Se dovessero essere confermate le dichiarazioni del vice ministro Archi secondo le quali “in accordo con MIUR e MEF, la Farnesina sta lavorando per far approvare un emendamento alla "spending review", che consenta nuovamente l’invio di personale docente e dirigente nelle realtà ritenute più strategiche” la FLC Cgil giudicherebbe positivamente l’operato delle Amministrazioni e dello stesso governo. Evidentemente le nostre preoccupazioni denunciate in occasione del varo della Spending Review avevano una loro ben salda fondatezza visto che a distanza di un anno vi è oggi un ragionevole ripensamento dell’Esecutivo. Come pure erano razionalmente motivate e fondate le ragioni che hanno portato la FLC Cgil a promuovere, sia in occasione dell’approvazione della legge sulla revisione della spesa che in occasione del varo della legge di stabilità, una battaglia emendativa che purtroppo però per ragioni a noi misteriose non ha prodotto risultati positivi.
Quello che oggi auspichiamo è che tali dichiarazioni diventino effettivamente realtà e che questo governo metta effettivamente in essere tutte quelle azioni necessarie per far ripartire, in maniera efficace ed efficiente, il sistema sospendendo i tagli previsti dalla spending review a partire dal prossimo anno scolastico e rifinanziando le iniziative in una logica di “vera razionalizzazione”della spesa. Per la FLC Cgil questa è la conditio sine qua non per poter rilanciare la nostra politica culturale e per avviare quel processo riformatore indispensabile per ridisegnare il sistema scolastico italiano all’estero che non può non avere nell’intervento pubblico la sua centralità.
Massimo Mari, FLC Cgil Estero
Discussione su questo articolo