Qui di seguito il testo dell’intervento svolto dal Sen. Aldo Di Biagio nella giornata di ieri, 5 giugno 2013, nell’aula di Palazzo Madama, in merito alla questione che lo ha visto coinvolto negli ultimi giorni, quella che riguarda una mega truffa ai danni dell’Inps.
Signor Presidente,
Onorevoli colleghi,
alla luce di quanto emerso nelle ultime ore riguardo alla mia persona e ai presunti coinvolgimenti in affari contestati dalla magistratura, ritengo doveroso condividere con voi alcune considerazioni. Prima ancora che mi venisse notificato alcun atto, paradossalmente già da oltre 24 ore si era scatenato intorno a me un carosello mediatico che – noncurante del principio della presunzione di innocenza e della totale assenza di una chiara accusa – mi aveva già processato e condannato. E questo la dice lunga sul sistema mediatico italiano, dove i primi a sapere di inchieste, accuse e condanne sono i giornalisti e non i diretti interessati. Ritengo che questo sia un vulnus democratico, ma probabilmente è la semplice prassi a cui il Paese purtroppo sembra abituarsi. Sono certo, convinto e consapevole della mia totale estraneità ai fatti, che avrò cura – nei modi e nei tempi sanciti – di dimostrare e ribadire nelle sedi competenti. Per il rispetto che ho di questa aula e delle istituzioni che con orgoglio sono stato chiamato a rappresentare. Quanto contestato – e mi preme evidenziarlo – è a me estraneo. I fatti contestati infatti risalgono a più di dieci anni fa e quindi – al di là della loro fondatezza – esulano sicuramente dalla mia attività parlamentare. Proprio nel rispetto che ho di questa istituzione, voglio personalmente rinunciare ad ogni forma di immunità parlamentare che potrebbe rallentare e complicare qualsivoglia procedimento. Perché convinto che dinanzi ad una accusa, al di là della sua natura, io debba essere un cittadino, e non un uomo delle istituzioni. Ed in quanto tale debba mettermi a disposizione degli inquirenti in maniera celere, trasparente e consapevole in ragione della mia totale innocenza che conferma in me la dignità per rinnovare la mia sincera disponibilità.
Purtroppo ad amplificare i toni, già critici, si è inserita la speculazione politica, o meglio – permettetemi – di una sua parte poco onorevole. Sciacalli pronti a scaraventarsi sulla vittima di turno, messa sulla graticola dai media, anche nel tentativo di trarne vantaggio politico. Tutto questo è vergognoso. E voglio ribadirlo in questa aula che dovrebbe proteggere e tutelare in ogni modo i diritti dei cittadini, la dignità delle persona e la correttezza del confronto.
Non sono un uomo di apparato, non sono il consigliere di questo o di quello – come ha commentato qualche politico affamato di notorietà -, sono sempre stato un uomo a disposizione del Paese, animato da quel sincero senso del dovere e dal profondo rispetto delle istituzioni che non si collocano in fazioni ma ben oltre gli steccati dei partiti. Infatti io appartengo ai cittadini elettori, a tutti coloro che mi hanno votato e che mi hanno dato la loro fiducia: gli stessi che in questo momento mi stanno dimostrando tutta la loro vicinanza e soltanto a loro devo render conto.
Fin dall’infanzia la vita mi ha messo davanti a delle dure prove, e voglio affrontare anche questa con la dignità, l’onestà e la moralità che sempre mi hanno accompagnato. E intorno alle quali ho voluto sempre e comunque costruire la mia esperienza di uomo e di padre. Lo voglio fare prima di tutto per la mia famiglia, verso la quale va il mio primo pensiero. A voi chiedo gentilmente il rispetto, non il silenzio. Quello che ci si aspetta dalla più alta istituzione del Paese, che deve essere un riferimento ed un esempio per il singolo cittadino e per l’Italia tutta. I processi – onorevoli colleghi – lasciamoli ai magistrati.
Discussione su questo articolo