Al funerale di Tremaglia, lunedì scorso a Bergamo, c’erano tutti o quasi. C’erano molti esponenti del centrodestra, c’erano parlamentari del Partito Democratico; c’era persino Antonio Di Pietro, leader dell’Italia dei Valori. E a dare l’ultimo saluto al grande Mirko, erano giunti anche alcuni connazionali dall’estero.
Presenti ai funerali solo quattro parlamentari eletti oltre confine, su 18. Una cosa, secondo noi, vergognosa. Ma non è stata l’unica cosa vergognosa che è accaduta a Bergamo, lunedì. C’è dell’altro. Di cosa si tratta? Presto detto: all’uscita dalla chiesa, dopo il funerale, Aldo Di Biagio, deputato di Futuro e Libertà, ha preso a ceffoni Raffaele Fantetti, senatore del PdL. Per quale motivo? Secondo Di Biagio, Fantetti non sarebbe dovuto intervenire, non avrebbe dovuto prendere la parola dal microfono – cosa che il senatore ha fatto – per dare l’ultimo saluto al leone, anche – ha dichiarato Fantetti a Italiachiamaitalia.it – a nome degli italiani all’estero.
Noi la notizia delle sberle l’abbiamo saputa subito, il giorno stesso. Tuttavia, lunedì abbiamo deciso di non pubblicare nulla, per non disturbare l’atmosfera di raccoglimento intorno a una persona così amata, proprio nel giorno dei funerali di Tremaglia, con una faccenda di basso livello. Adesso però è diverso: sono passati alcuni giorni, e inoltre il caso è finito sulla stampa nazionale. Sul quotidiano “La Stampa”, di Torino, per esempio: un articolo a firma di Mattia Feltri, nel quale si descrive Fantetti come “uno ignoto come amico di Tremaglia”. Commentando lo schiaffo di Di Biagio a Fantetti, sempre Feltri scrive: “Un gesto tutto sommato banale, e fra due personaggi probabilmente secondari”, che però “rende lo stato della destra, il disfacimento in una nuova e piccolissima guerra civile, in cui ognuno vede Badoglio nell’avversario”.
La vicenda è finita non solo su La Stampa, ma anche su altre testate nazionali, come Libero, e altri siti web che si occupano di politica.
Ora, Fantetti e Di Biagio si conoscono da tempo. Prima di entrare nel Fli, Di Biagio – eletto nella ripartizione estera Europa sotto il simbolo PdL Berlusconi presidente – era responsabile del PdL nel Mondo. In quel tempo, aveva deciso di tenersi vicino Fantetti – che alle elezioni era stato trombato, salvo poi entrare in Senato in sostituzione di Nicola Di Girolamo, il senatore finito in gabbia e accusato, fra l’altro, di essere arrivato a Palazzo Madama con i voti della ‘ndrangheta – e di coinvolgerlo in qualche modo: così Fantetti cominciò ad occuparsi, fra l’altro, del sito del PdL nel Mondo (orrendo, a dirla tutta).
Quando poi c’è stata la rottura fra Berlusconi e Fini, Di Biagio decise di passare con il presidente della Camera, ma Fantetti restò nel partito di Silvio Berlusconi, nonostante il finiano avesse tentato comunque di portarlo con sé. Ma questa è storia del passato: potremmo raccontarvi tante altre cose, ma non servirebbe. Oggi, la notizia è che Aldo – che ItaliaChiamaItalia conosce bene, così come conosce bene Raffaele – ha preso a ceffoni il suo collega parlamentare. E lo ha fatto proprio al funerale di Tremaglia. Cos’è successo lunedì a Bergamo?
Aldo Di Biagio, raggiunto telefonicamente da Italiachiamaitalia.it, spiega: “Fantetti si è infilato dopo il funerale per prendere la parola pubblicamente. Una volta sceso dal pulpito, gli ho subito detto che aveva perso l’ennesima occasione per dimostrare di essere un uomo davvero. Poi usciamo dalla chiesa, lui mi si avvicina per chiedermi spiegazioni, ma io a quel punto non ci vedo più e gli mollo un ceffone”.
“Fantetti – aggiunge Di Biagio – secondo me ha fatto dello sciacallaggio politico che si poteva evitare. Strumentalizzare così la morte di Tremaglia, per mettersi in mostra, non era proprio il caso”. “Che lui si sia permesso di salire lì sopra per me è stato qualcosa di vergognoso”.
Per correttezza, come sempre ci piace fare, abbiamo voluto sentire anche l’altra campana. E così abbiamo chiamato al telefono Fantetti, che subito a colloquio con il nostro quotidiano online si dice “allibito” da quanto è successo: “Alla fine della messa nessuno degli eletti all’estero prendeva la parola”, racconta a Italiachiamaitalia.it, “così sono andato lì e ho ringraziato Tremaglia pubblicamente, anche a nome degli italiani nel mondo che rappresento come parlamentare, per tutto quello che ha fatto per noi". Ad onor del vero, secondo quanto ci raccontano persone che erano presenti a Bergamo, Fantetti è salito dietro l’altare subito, per parlare, aspettando il suo turno per circa venti minuti. Comunque, l’eletto all’estero continua: "Scendo dal pulpito, e Aldo mi dice ‘hai perso un’occasione per essere uomo’. L’ho cercato fuori dalla chiesa per un chiarimento, ma lui mi dà subito un destro. Sono rimasto allibito: poi, confrontandomi con altri che stavano lì, mi è stato detto che io non avrei dovuto parlare. Perché mai?, ho chiesto io. Ho cercato ancora Di Biagio, ma lui non mi ha voluto più parlare. Gli ho mandato un sms, per cercare di chiarire solo tra noi. Ma non ho ricevuto alcuna risposta”.
“Ci sono rimasto davvero male”, aggiunge il senatore. “Poteva parlare anche lui, perché non l’ha fatto?”. La conclusione di Fantetti? “Da sempre, in ogni circostanza, come l’ho fatto a Marcinelle, in Senato, sul territorio, ogni volta che posso prendo la parola e ringrazio Tremaglia. In chiesa, come altri, ci tenevo a salutarlo e l’ho fatto. Farò sempre gli onori a Tremaglia e gli sarò sempre grato. Non ho nulla di cui scusarmi”.
Questi, cari lettori, sono i fatti; queste, le dichiarazioni dei due protagonisti della vicenda. Ci risparmiamo per ora ogni commento. Se voi avete qualcosa da dire, fatevi pure sentire.
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