L’accusa è di quelle pesanti: associazione a delinquere. L’addebito mosso al senatore Aldo Di Biagio, eletto nella ripartizione estera Europa con la lista Monti, si riferisce all’inchiesta che ha portato in carcere due avvocati, Nicola Staniscia e Gina Tralicci, nonchè la funzionaria dell’Enas Adriana Mezzoli. Agli arresti domiciliari è finita invece Barbara Conti, collaboratrice dello studio Staniscia.
Al centro della vicenda processuale l’indagine sulla sottrazione dalle casse dell’Inps di 22 milioni di euro attraverso un’attività illecita nella quale è stata configurata per 13 persone l’associazione per delinquere, la truffa aggravata ai danni dello Stato, la falsità commessa da pubblici ufficiali e il riciclaggio.
Questi i fatti su cui non mi pronuncio, attendendo fiducioso l’esito delle indagini.
Vorrei invece fare qualche considerazione di natura politica. Sono anni che scriviamo su ItaliaChiamaItalia che i patronati esteri sono strutture inutili e costose e che contribuiscono ad inquinare il voto degli italiani all’estero. Il fatto poi che i patronati esteri non siano regolarmente controllati, ma che esistano solo controlli a campione, favorisce la scarsa trasparenza e l’opacità della loro contabilità.
Ma vediamo di spiegare le cose per i non addetti ai lavori. Per richiedere la pensione è necessario compilare l’apposito modulo corredandolo dei dati e documentazione indispensabili alla liquidazione della pensione. Il Patronato poi dovrebbe chiedere al cliente la documentazione da allegare per stabilire se ha il diritto, in aggiunta alla normale pensione, alle prestazioni assistenziali, come la pensione integrata al trattamento minimo, la maggiorazione sociale o i trattamenti di famiglia: al riguardo serve la dichiarazione dei redditi. Il pensionato firma quindi la delega al patronato per avviare la pratica. Ogni pratica evasa genera punti al patronato e ogni punto vale all’incirca settanta euro. Più punti fai più soldi guadagni. Più pratiche gestisci, più voti potenziali hai (non scordiamoci che gli italiani all’estero votano per corrispondenza…). In passato i patronati non furono molto vigilanti nell’istruire le pratiche per paura di perdere i «clienti- elettori» e alla fine scoppiò lo scandalo degli «indebiti pensionistici» con l’INPS che reclamava la restituzione di somme erroneamente erogate a pensionati… Indovinate chi pagò alla fine? Il Governo!
Stessa cosa per l’affare Giacchetta. Un funzionario dell’Inca-Cgil di Zurigo, forte del suo ruolo, inganna ignari pensionati, rubandogli i risparmi di una vita e riducendoli sul lastrico. Il tribunale elvetico riconosce la responsabilità oggettiva e condanna l’Inca-Cgil a risarcire i pensionati, ma cosa fanno Micheloni (Pd) e Di Biagio (allora Fli)? Prendono posizione contro il patronato? Neanche per sogno. Durante la scorsa legislatura fanno approvare uno stanziamento di qualche migliaia di euro per pagare l’assistenza legale dei pensionati. Ancora una volta sbaglia il patronato e pagano gli italiani. Ma il comportamento di Di Biagio e Micheloni e la loro timidezza nello scandalo Giacchetta non mi sorprende; cosa sarebbe stato Di Biagio senza l’Enas, Micheloni, Farina, Narducci e la Garavini senza l’Inca, la Cgil, le Acli, la Uil? Nulla!
Grazie ai patronati sono riusciti a guadagnare posizioni di potere e accedere in Parlamento portandosi dietro i loro galoppini. Cosa sarebbe stato un Caruso qualsiasi senza l’Enas? Poca cosa, anche se Mario Zoratto ha rischiato di rompere le uova nel paniere arrivando secondo ad appena 250 voti dal candidato di Stoccarda. Aggiungo che, al netto di eventuali perizie calligrafiche che eliminino le schede con la stessa calligrafia, probabilmente Zoratto avrebbe pure vinto…
I patronati sono stati trasformati in macchine da guerra. Grazie agli scarsi controlli e all’opacità delle procedure, possedere un patronato estero ha significato sin qui avere comode carriere, lauti stipendi, rimborsi spese e le porte spalancate per il Parlamento. Per questo sia i vari Farina sia i vari Di Biagio di turno non vorranno mai smantellare questa fenomenale rete clientelare che garantisce soldi e voti. Basterebbe trasferire il lavoro dei patronati ai consolati e si risparmierebbero i soldi della sede e le spese amministrative, ma verrebbe meno il controllo del territorio. Per questo Di Biagio, Farina, Caruso, Garavini non vogliono. Il Pd sarebbe il primo partito tra gli italiani all’estero senza i patronati? Scelta Civica avrebbe preso tutti quei voti se non fosse stata appoggiata dall’Enas e da parte delle Acli?
La parte lesa in tutto questo pasticcio siamo noi italiani all’estero: ci hanno scippato il voto, ed hanno reso il nostro collegio un territorio occupato come se fossimo a Casal di Principe o a Scampia. Hanno tagliato le ali a quanti volevano fare politica onestamente con delle idee imponendoci galoppini con fare da guappi di cartone e la parlata sgrammatica. Hanno fatto la stessa cosa con gli enti: le Camere di Commercio estere, l’ICE, l’Enit, gli Istituti Italiani di Cultura sono stati riempiti di amici di amici quasi sempre incompetenti. A settembre al salone mondiale del turismo Top Resa di Parigi, l’Italia aveva uno stand minuscolo con l’Enit che, anzichè promuovere incontri per i nostri operatori, si limitava a distribuire le lasagne riscaldate al micro-onde a mezzogiorno mentre lo stand della Spagna era preso d’assalto. I patronati esteri non esistono in nessuna parte del mondo e tedeschi e francesi difendono meglio il loro turismo e la loro cultura all’estero. Ma loro i dirigenti li selezionano in un altro modo. Teniamoci pure i nostri Di Biagio, Caruso, Micheloni, Farina, Garavini, i nostri ridicoli dirigenti, ma non lamentiamoci poi che le cose vanno male !
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