Aldo Di Biagio (Fli) e Guglielmo Picchi (PdL) sono stati i due protagonisti del fine settimana politico: gli eventi a cui hanno partecipato ci danno la misura dell’abisso che esiste nel modo di concepire la politica.
Guglielmo Picchi ha scelto di chiudersi in un bunker a Berlino con quelli che riteneva i suoi fedelissimi e con la sua ombra chiamata Fantetti, nel ruolo di cerimoniere, spalla e notaio alle decisioni che il deputato toscano intendeva prendere in tema di candidature e di leadership.
Qualche giorno prima Picchi aveva fatto conoscere le sue intenzioni in un’intervista rilasciata al “Secolo” di Marcello de Angelis: i deputati e senatori uscenti, a suo dire, avevano operato bene e meritavano la riconferma. A Berlino si doveva solo fare una passerella per far credere che Picchi avesse in mano il controllo del partito in Europa: non a caso è stata tenuta lontana la stampa e si è tentato di non invitare Massimo Romagnoli. L’incontro era rigorosamente a porte chiuse. Nonostante queste precauzioni, il bunker berlinese si è trasformato in un “inferno di cristallo”. Ci ha pensato Simone Ceramicola, con un’analisi lucida e senza concessioni, a dare fuoco alle polveri. Il bilancio politico di Picchi e Fantetti è disastroso: i due non hanno fatto nulla, sono auto-referenziali, arroganti, impreparati ed intolleranti ad ogni critica. Rifuggono ogni forma di confronto e sanno replicare solo con anatemi ed insulti. Si sono rivelati due contenitori vuoti: il “Vuoto” ed il “Nulla”.
A peggiorare le cose sono piovute dal cielo le bombe rappresentate dei memoriali di Valter Lavitola che hanno messo a nudo inesorabilmente il sistema di compra-vendita dei deputati e la logica ricattatoria sottostante. Nei memoriali di Lavitola viene citato, tra l’altro, il Presidente dell’ex fondazione “Italiani del mondo”, sen. De Gregorio; fondazione di cui faceva parte, è bene ricordarlo, Nicola Di Girolamo (finito poi in carcere), che venne candidato grazie alle pressioni di Marco Zacchera, ex deputato Pdl, attuale sindaco di Verbania, contro il volere di Aldo di Biagio.
E veniamo ad Aldo Di Biagio. Era presente ad Arezzo all’Assemblea dei Mille per l’Italia che ha sancito di fatto il patto elettorale tra Fini e Casini in continuità con l’agenda Monti. Aldo era affaticato a causa dello sciopero della fame che sta conducendo da qualche giorno, insieme agli altri deputati di Fli, per ottenere l’approvazione al Senato del decreto anti-corruzione. Cresciuto politicamente sotto l’egida di Gianni Alemanno, Aldo ha saputo staccarsi quando ha visto le derive degli ex AN nel Lazio. Scelse di seguire Fini, di respingere un tentativo di corruzione, di abbandonare Alemanno e Polverini ai loro destini poco “fioriti”. Di Biagio è diventato uno dei protagonisti della vita politica italiana: è stato anche molto presente sulla vicenda Giacchetta e, nel corso della mini-riunione, che si è tenuta a margine dell’Assemblea, ha dettato le linee guida di Fli in Europa e nel Mondo. Adesione convinta al progetto lanciato da Fini e Casini: la nuova lista civica sarà presente anche all’estero e Fli vi parteciperà con i suoi uomini, insieme agli esponenti dell’Udc. Una lista civica con un chiaro indirizzo politico: equidistante sia dal Pdl, sia dal Pd, favorevole all’Europa e all’agenda Monti.
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