Caro direttore,
ci sono cascata in pieno. Come succede quando si passeggia in una giornata piovosa, si deve attraversare la strada e ci si imbatte nella solita pozzanghera ad intralciare il cammino: prendi le misure per superarla con un balzo e improvvisamente – splash! – ci finisci dentro. Non è fango, ma è un’acqua abbastanza sporca da lasciarti il segno sulla scarpa.
Ho un amico di vecchia data che ora risiede all’estero: ci eravamo persi di vista per anni finché il diabolico Facebook ci ha rimesso in contatto; è un giornalista che pubblica articoli sulla testata online “ItaliaChiamaItalia”, che gentilmente ospita questa mia riflessione, il cui scopo è quello di mantenere i contatti tra tutti i cittadini italiani che risiedano all’estero, ma anche di informare i cittadini che vivono in Italia sui confronti con le politiche estere e sui differenti stili di vita; ed è sempre stato, dai tempi del liceo, un attivista politico.
Questo amico, che è di idee politiche opposte alle mie, ha la consuetudine di mettermi a conoscenza degli articoli che pubblica: tra noi c’è sempre stato un dialogo politico sereno e pacato, e questo confronto continuo lo porta a chiedermi spesso la mia personale opinione sulle sue idee; a volte ci troviamo d’accordo, altre volte le nostre posizioni sono inconciliabili, è anche capitato che lo spunto di uno dei due portasse l’altro a nuovi e più approfonditi ragionamenti.
Ebbene, vado a leggere l’articolo segnalato; leggo anche i relativi commenti, come d’abitudine, per seguire meglio l’argomento trattato e mi imbatto in una serie di sproloqui, insulti personali, riesumazioni cadaveriche di fatti paleolitici ritenuti “immorali” relativi alla vita privata dell’articolista, peraltro assolutamente legali. Ma chi sono questi personaggi? Perlopiù appartenenti o simpatizzanti del PdL (e già qui mi corre un brivido lungo la schiena: il partito del bunga-bunga si permette di dare lezioni di moralità a chicchessia?). E ancora peggio: costoro non sono cittadini comuni, ma senatori, deputati, politici eletti come rappresentanti dell’Italia all’estero, e giornalisti, il cui compito sarebbe quello di informare, non di insultare gratuitamente: questo lo sappiamo fare tutti senza bisogno di un tesserino.
Voglio glissare sulla totale mancanza di conoscenza da parte di alcuni di questi personaggi, sia politici che giornalisti, delle regole basilari della grammatica: errori di sintassi e di ortografia che farebbero rabbrividire un alunno di prima elementare; mi rimane il dubbio, irrisolto per assenza di risposta, di come possano rappresentarci delle persone che non conoscono neppure la loro lingua madre. Come fanno ad informarsi degli eventi italiani con il loro vocabolario ristretto; come può un giornalista scrivere un articolo senza tener conto che anche attraverso i suoi scritti si può, si deve divulgare la nostra bella lingua italiana, ricca di sfumature, armoniosa nel suono. Vengono addirittura scritti commenti in lingua straniera: dobbiamo forse diventare tutti poliglotti per tenerci informati sui loro dibattiti?
Mi permetto di intervenire, non solo a difesa di un amico che reputo politicamente informato e preparato, ma soprattutto a difesa del sano dibattito politico, corredato di fatti e informazioni e riferimenti e argomentazioni politiche. Ecco: “Ci sono cascata in pieno”. D’improvviso divento anch’io bersaglio di insulti personali, non dettagliati, ovviamente, perché nessuno di loro mi conosce: insulti gratuiti, scoccando anche frecce a vanvera, attribuendomi posizioni politiche che non condivido e mai condividerò; cercano di zittirmi perché “qui si sta parlando di italiani all’estero”: sì, ma di italiani che mi rappresentano all’estero in quanto cittadina italiana, e quindi, non scordatevelo mai, state parlando anche a nome mio, e ciò mi basta per ritenermi autorizzata ad intervenire. Altrimenti ghettizzatevi, fate una vostra setta segreta, parlando col vostro italiano inventato, e perché non indire anche un concorso al miglior insultatore: il primo premio sarà un viaggio in Italia, dove potrete partecipare ai corsi gratuiti che vengono organizzati per insegnare l’italiano agli immigrati e, soprattutto, dove verrete costretti a rivedere le repliche delle trasmissioni politiche trasmesse in bianco e nero, quando i politici parlavano con tono moderato di argomenti politici.
Angela Amorisco – Busto Arsizio (VA) – Lombardia – Italia
semplicemente una cittadina italiana
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