Carmelo Pintabona lascia il carcere. Dopo aver trascorso 12 giorni dietro le sbarre, l’imprenditore e politico siciliano residente in Argentina ha ottenuto lo scorso 14 agosto gli arresti domiciliari. Dovrà tornare in Sicilia, nel comune di Brolo, in provincia di Messina, con obbligo di dimora.
Dopo due interrogatori con i magistrati napoletani, Pintabona – accusato assieme all’ex direttore dell’Avanti Valter Lavitola di estorsione ai danni di Silvio Berlusconi – ottiene dunque di lasciare la prigione. Il suo legale si è detto “soddisfatto”: “la decisione del Gip premia la scelta difensiva ed è motivata dal fatto che Pintabona ha avuto un atteggiamento non ostile alla ricostruzione dei fatti". Tradotto: Pintabona ha parlato. E fra le altre cose, ha raccontato agli inquirenti di due incontri ad Arcore con Silvio Berlusconi, durante i quali avrebbe raccontato al Cavaliere la situazione di disagio e di difficoltà economica in cui Valter Lavitola era venuto a trovarsi durante la latitanza. E per conto di Valter, ha precisato Pintabona ai magistrati, al Cav nel corso di quegli incontri chiese 5 milioni di euro.
Pintabona, già candidato del PdL alle ultime Politiche nella ripartizione estera Sud America, ha dunque collaborato con la giustizia. Ora i magistrati cercano riscontri alle sue parole. E secondo quanto è trapelato, l’episodio che riguarda Arcore non sarebbe stato l’unico tema affrontato durante gli incontri con i magistrati. Sentiremo ancora parlare dell’uomo d’affari italo-argentino che ha sostenuto Lavitola durante la sua latitanza in Sud America.
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