Gli italiani all’estero non saranno certamente tra coloro che non dovranno pagare il canone Rai. Essi sono chiamati, in caso di possesso di un televisore nella loro casa di proprietà in Italia, a versarlo nella sua interezza come se abitassero in Italia per tutto l’anno. Sostanzialmente cio’ avviene, prassi questa ormai consolidata, non solo per il canone Rai ma anche per la Tasi e per la Tari.
Considerando una media di permanenza per quei fortunati che possono godersi le loro abitazioni in Italia almeno per un periodo massimo di tre /quattro settimane all’anno, sommando i costi per il canone Rai, per la Tasi e per la Tari, si ottiene un costo complessivo pari a 700/800 euro. Ripartiti per i 30 giorni considerati, si ha una spesa giornaliera, per guardare la Tv, per il prelievo dell’immondizia e per i servizi (?) Tasi, pari a 20/30 euro.
Ancora più drammatica ed impietosa la situazione di coloro che per ristrettezze economiche o per impossibilità dovuta ad altre gravi ragioni non potranno neanche usufruire di questi servizi per i quali sono costretti a pagare queste somme ingenti.
Cose pazzesche! Si tratta di una truffa bella e buona, non ci possono essere altri termini. Costi per intero su un’utenza residente fuori dal territorio nazionale a cui vengono sottratti denari in modo speculativo. E tutto cio’ senza considerare l’aggravante Imu come seconda casa.
Ma i nostri parlamentari eletti all’estero sono possessori di un immobile in Italia? Pagano tutti questi tributi? Si rendono conto di tutto cio’? Oppure sono esentati? Alla luce di quanto se ne deduce, sembra che le loro vacanze le spendano per lo piu’ nelle residenze romane, ben retribuiti e con vitalizio assicurato.
Intanto i nostri si dimenano per conservare la poltrona – vedi il dibattito sul voto all’estero -, che, considerato quello che garantisce, resta un obiettivo prioritario quasi per tutti.
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