Montréal – Alla data del 24 marzo, nel mondo, su 3.747.341 aventi diritto al voto, si sono registrati nell’elenco degli elettori 243.162 italiani regolarmente iscritti all’Aire da almeno sei mesi, ovvero il 6,5%. In Canada, su 125.321 aventi diritto, solo 10.587 si sono iscritti alle liste elettorali, cioè appena l’8.4%.
Più nel dettaglio, 3.504 su 35.393 a Montréal (il 9.9%), 360 su 4.950 a Ottawa (il 7,2%), 4.505 su 65.563 a Toronto (il 6,9%) e 2.218 su 19.415 a Vancouver (l’11,4%). In termini relativi, dunque, Vancouver ha fatto meglio di Montréal. Così come l’Argentina ha fatto meglio del Canada: si sono iscritti alle liste elettorali 60.384 concittadini su 650.616 aventi diritto, cioè il 9,3%.
Tornando a Montréal, fare il confronto con quanto accaduto 10 anni fa lascia il tempo che trova, visto che quelle del 7 aprile 2004 sono state consultazioni informali (in assenza di un accordo con il governo del Canada, il Comites è stato formalmente nominato e non eletto), ma soprattutto all’epoca non era richiesta nessuna ‘registrazione preventiva’ alle liste elettorali.
Vale la pena, però, dare qualche dato: nel 2004 si presentarono 3 liste, per un totale di 43 candidati, e furono quasi 14 mila i connazionali che si recarono alle urne (con tanto di spoglio al Centro Leonardo da Vinci). Sicuramente il meccanismo dell’iscrizione a priori (e quindi la bassa affluenza) ha sortito due effetti negativi: il disincentivo alla partecipazione e la poca rappresentatività, da cui deriva la scarsa legittimità (il 6,5% non rappresenta di certo le Comunità italiane nel mondo).
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