Roma – I nuovi inquilini della presidenza del Consiglio stanno cercando una soluzione per gli italiani nel mondo. Lo assicura Amato Berardi, deputato Pdl eletto in Nord America che, a colloquio con ItaliaChiamaItalia, rassicura i connazionali e parla di funzionari decisi a trovare i soldi che mancano per la circoscrizione estero.
Un altro appuntamento saltato. Non era previsto, in settimana, un incontro tra gli eletti e il nuovo sottosegretario all’Editoria?
“L’incontro è stato solamente rinviato. Dallo scorso martedì è stato spostato al prossimo”.
Questo continuo rimandare gli appuntamenti non è sintomo di una scarsa sensibilità?
“No, assolutamente. Il problema – spiega Berardi a colloquio con Italiachiamaitalia.it – è che siamo in pieno periodo di crisi e ci sono delle urgenze alle quali l’esecutivo deve fare fronte”.
Non la pensa come lei il suo collega del Pd, Gino Bucchino, che ha accusato il governo di disattenzione verso gli italiani all’estero…
“Personalmente non condivido questa visione. Io stesso ho avuto un incontro, a dicembre, con Catricalà e sono rimasto favorevolmente colpito dalle parole attente e riconoscenti pronunciate nei confronti dei connazionali residenti all’estero”.
L’incontro di martedì era finalizzato anche a risolvere la vicenda Rai International. Ormai la questione è da considerarsi chiusa?
“Io direi che la partita non è ancora finita, possiamo nutrire speranze. Per sciogliere questo nodo dovremmo trovare fondi da sette milioni di euro prendendoli dal budget della presidenza del Consiglio”.
Quest’obiettivo, al momento, appare più come una speranza che come una realtà…
“In effetti, in questo momento, è una speranza, ma ce la stiamo mettendo tutta. Proprio mercoledì mattina ho avuto due incontri con alcuni funzionari della presidenza del Consiglio”.
Quali sono stati gli argomenti di questi colloqui?
“Abbiamo parlato di Rai International e di altri dolorosi tagli, come quelli agli istituti di lingua e cultura. Loro stanno cercando di trovare una soluzione ai nostri problemi”.
Quindi dalla presidenza del Consiglio stanno valutando l’attribuzione di maggiori risorse economiche al settore? Dove prenderanno i soldi necessari?
“I funzionari stanno rivalutando gli italiani nel mondo e la situazione del budget del ministero degli Esteri, vediamo martedì se ci saranno cose positive e concrete. Prima di quella data, non so dire altro”.
Passando alle vicende interne, intervenendo sulla questione della Crom di Avellino, a rischio chiusura, ha paragonato la ricerca americana con quella italiana senza risparmiare a quest’ultima pesanti critiche. Lei conosce entrambe le realtà, che cosa manca al nostro Paese per valorizzare i cervelli italiani?
“Per prima cosa bisogna tagliare la burocrazia che blocca il sistema Italia. Da un lato cerchiamo di creare posti di lavoro nel settore della ricerca ma, dall’altro, non esiste una cultura dell’imprenditorialità in questo campo. Basti pensare che, in Italia, un imprenditore che dona una somma per la ricerca non può dedurre nulla dalle tasse”.
A proposito di America, è partita la corsa alla Casa Bianca e lei ha dichiarato apertamente il suo appoggio a Rick Santorum. Come sta reagendo l’elettorato americano a questa candidatura?
“Sta reagendo in maniera positiva. Rick è un caro amico, è qualificato e ha la stoffa per fare il presidente. Purtroppo è stato difficile reperire i fondi, gli italiani si stanno dimostrando un po’ lenti nella raccolta e si dividono tra repubblicani e democratici. Io, invece, lavoro bipartisan, il candidato è qualificato e questo è quello che conta”.
Lei ha dichiarato: “Non possiamo perdere un’opportunità del genere: avere un candidato alla presidenza con sangue italiano che scorre nelle vene deve essere per noi tutti un grandissimo motivo d’orgoglio”. Da Santorum si aspetta una maggiore attenzione alle comunità italoamericane? Eppure ‘Rick’ non si è espresso con parole benevole verso il nostro Paese…
“Spero in una maggiore attenzione a noi, il problema è che si fa fatica a sostenere una campagna elettorale senza finanziamenti. Molte persone, inoltre, non capiscono che è italiano perché sentono un cognome latino. Nemmeno i media italiani gli hanno dato spazio, parlano solamente degli altri candidati invece di riconoscere il merito di un italoamericano che è arrivato a un livello così elevato, altro che Giuliani”
A Santorum, però, vengono rinfacciate le sue idee troppo conservatrici.
“I principi di Santorum sono molto cattolici, ad esempio è contro l’aborto. Ma se un candidato possiede il 90 per cento di lati positivi si può anche non badare a quel 10 per cento negativo. Sono convinto che, anche se non riuscisse ad avere la nomination come presidente, avrà la nomina come vice”.
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