"Noi da molto tempo abbiamo smesso di credere nei partiti tradizionali; e proprio per questa ragione abbiamo fondato un movimento sudamericano nostro, in grado di difendere i diritti di circa 50 milioni di italiani e loro discendenti in un’altra Italia, sparsi in tutto il continente Sudamericano. Ci siamo organizzati per conto nostro, proprio per risolvere i problemi che attraverso i politici di professione, a tutt’oggi, non sono stati risolti. Se riusciremo a vincere alle prossime elezioni del 2013, cambieremo le carte in tavola". Così Eugenio Sangregorio, fondatore e presidente dell’USEI, l’Unione sudamericana emigrati italiani, che spiega: “Continueremo la campagna anche durante le feste e fino a metà febbraio, fino al giorno prima del voto e senza tregua. Ho ricevuto in questi giorni anche dati favorevoli non solo dalla Gran Buenos Aires, ma anche dall’interno dell’Argentina, dal Brasile, dall’Uruguay, dal Cile e dal Venezuela”.
“Da qualche tempo stiamo dando assistenza a numerose aziende italiane che sono arrivate in Sudamerica, e abbiamo in programma una serie di incontri con manager e capitani d’industria che hanno intenzioni di stabilirsi qui, subito dopo le feste natalizie, nei primi giorni del nuovo anno. Il mondo attuale è entrato in un momento differente della globalizzazione, e noi abbiamo intenzione di riunire tutta la nostra gente: sia i connazionali che gli stessi residenti in patria”. La situazione politica italiana per Sangregorio “è particolarmente difficile: vedo un grande caos e se continua così, molto probabilmente dopo le elezioni ci saranno … le elezioni. Spero di sbagliarmi, ma purtroppo se non ci saranno personaggi decisi a farla finita vedo poche altre soluzioni”.
“I miei collaboratori hanno svolto un ottimo lavoro, complimenti a tutti, nessuno escluso, da Caracas alla Terra del Fuoco. Poi, per quanto riguarda la marcia verso il Parlamento, continueremo senza soste sul percorso tracciato. Non rientra nel mio stile cantare vittoria prima del fischio di chiusura della partita”.
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