A volte non ci accorgiamo di quello che abbiamo. Perchè se solo un momento si pensa a ciò che comprende il ‘Made in Italy’ c’è davvero di tutto: la moda, i motori, la ricerca e la medicina. La buona tavola? Beh, quella c’è sempre stata. Siamo copiati e si fa davvero poco per cercare di trovare qualche soluzione al problema. La crescita del ‘Made in Italy’ negli Stati Uniti, anche solo riferendosi agli ultimi anni è stata esponenziale. In tutti i settori. Beh quasi tutti, ne mancava uno. Ma si è rimediato anche qui. Chi era il grande assente? Lo sport, perchè di solito, e da sempre, i giocatori, gli atleti in grado di fare la differenza eravamo abituati a importarli, non certo a far loro compiere il tragitto inverso. Solo un esempio: il basket in Italia per anni è stato fatto dagli americani, fin dagli inizi o quasi. Adesso invece è diverso, le barriere sono state abbattute e per la prima volta avremo atleti italiani, nati in Italia, in tutte le grandi leghe americane.
Se con il basket un piccolo spazio si era già ottenuto, è arrivato poi il baseball e anche il football americano, che si sono aggiunti all’hockey. Potrebbe sembrare incredibile, ma NFL, MLB, NBA e NHL, le quattro grandi sorelle dello sport americano adesso sventolano anche una bandiera italiana. Andrea Bargnani, primo europeo ad essere stato scelto con il numero 1 a un draft della NBA, dai Toronto Raptors, nel basket è stato seguito da Danilo Gallinari, ora a Denver e Marco Belinelli che ha giocato l’ultima stagione a New Orleans. E il Gallo poi è arrivato anche ai playoff, per fermarsi, ma solo in gara 7, contro i Lakers. E dire che prima dello sbarco di Bargnani, Belinelli e Gallinari, solo tre giocatori nati in Italia erano passati dalla NBA: Hank Biasatti, un pioniere che giocò anche a baseball, poi Vincenzo Esposito e Stefano Rusconi, a tutti questi si è aggiunto l’anno scorso Reggie Jackson, nato a Pordenone da genitori statunitensi. Ma per restare nella NBA non ci sono solo giocatori: a Toronto troviamo Maurizio Gherardini, forlivese, e ormai da anni il vice presidente dei Raptors, la squadra di Bargnani, mentre a Los Angeles c’è uno dei più grandi allenatori italiani, il più vincente, dappertutto, Ettore Messina diventato all’inizio dell’ultima stagione assistant coach dei Lakers, la squadra di Bryant. Una presenza ormai radicata a livello professionistico, con Bargnani e Gallinari che hanno firmato contratti d’oro da 10 milioni di dollari l’anno, ma che ora si allarga anche a livello universitario, la NCAA, che dalla prossima stagione avrà tra i protagonisti Amedeo Della Valle, figlio d’arte, il padre Carlo è stato un ottimo giocatore di basket. Dalla Valle jr. infatti, dopo aver giocato e studiato in Nevada, al Findlay Prep, si infilerà la maglia di Ohio State, una delle università più conosciute d’America, con una lunga e vincente storia cestistica (all’ultimo torneo NCAA, il ‘March Madness’, è arrivata alle Final Four). Ma in attesa di vedere Della Valle nel campionato universitario, anticamera della NBA, dal baseball è arrivata un’altra grande soddisfazione: Alex Liddi, da Sanremo, diventato l’anno scorso il primo giocatore nato in Italia a entrare in un diamante della Major League dai tempi di Reno Bertoia, e si parla di mezzo secolo fa. Ma la differenza tra Liddi e i sei italiani che tanto tempo fa lo hanno preceduto è che il terza base dei Seattle Marines in Italia ci è cresciuto, anche per quello che riguarda il baseball, mentre i suoi lontani predecessori, il batti e corri l’avevano imparato negli States. E Liddi si è anche conquistato la fiducia dei Mariners con ottime prestazioni accompagnate dai fuoricampo e a Seattle è diventato immediatamente ‘the Italian Stallion’, beh sì quando qualche connazionale ha successo non c’è grande fantasia, quello è il soprannome…
Se il baseball è lo sport USA per antonomasia, il football americano è quello più popolare, ma anche qui gli italiani che ci sono passati si contano sulla punta delle dita: appena 14 l’ultimo dei quali nel 1992, Elnardo Webster, nato a Gorizia, una apparizione sporadica con la maglia dei Pittsburgh Steelers. Da settembre invece sarà la volta di Giorgio Tavecchio, 21 anni, kicker, nato a Milano, da padre italiano e madre italoamericana. Ha vissuto a Milano e Roma, poi negli USA nel Connecticut e in Virginia, infine in California ed ha firmato un contratto con i San Francisco 49ers. E a chiudere per le quattro grandi leghe c’è Luca Sbisa nella NHL, l’hockey su ghiaccio. Difensore degli Anaheim Ducks, ha la cittadinanza svizzera, ma è nato a Ozieri in provincia di Sassari, però quando aveva un anno la sua famiglia emigrò in Svizzera. Oltre a basket, baseball, football e hockey, i grandi sport americani, gli italiani stanno arrivando anche nel soccer. Quest’anno infatti la MLS, la lega calcio pro USA, ha tre nostri rappresentanti: Matteo Ferrari e Brando Corradi con i Montreal Impact, in Canada, e Paolo Tornaghi, giovane portiere cresciuto nell’Inter, che è passato ai Chicago Fire. Ma in arrivo c’è l’attaccante del Bologna Di Vaio, che dovrebbe raggiungere Ferrari e Corradi a Montreal, e il difensore del Milan Nesta, i New York Bulls gli stanno facendo la corte. Sport di squadra, ma non solo. Perchè sui circuiti americani i piloti italiani hanno sempre avuto successo e adesso in prima fila c’è Max Angelelli, il secondo pilota più vittorioso nella storia della Grand- Am, e proprio l’altra settimana ha vinto a Miami ed è uno dei favoriti per il successo finale alla guida della sua Chevrolet- Dallara. Poi Max Papis, che quest’anno correrà part-time nella Nascar, in attesa di un ritorno completo l’anno prossimo. L’ultimo arrivato è un altro bolognese, come Angelelli, Davide Amaduzzi che ha cominciato a gareggiare nella Nascar Whelen, stock-cars, in attesa di Luca Filippi: avrebbe dovuto già esordire a Indianapolis a fine mese, alcuni problemi ne hanno ritardato lo sbarco, ma dovrebbe arrivare presto.
Record americano per lo sport italiano. Ci sono atleti nati in Italia in tutte le quattro grandi leghe professionistiche degli Stati Uniti: NBA, MLB, NFL e NHL, non era mai successo prima. Basket, baseball, football americano e hockey: da Gallinari a Liddi, ma c’è anche il calcio con Ferrari, Corradi e Tornaghi. E poi i motori, con Max Angelelli che nella Grand-Am è il secondo pilota più vincente all time.
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