Nei suoi recenti articoli relativi alle elezioni per il rinnovo dei Comites, il nostro direttore, Ricky Filosa, evidenzia, con dovizia di particolari, le irregolarità e i pasticci a livello organizzativo a cui ancora una volta assistiamo noi italiani nel mondo; Filosa scrive pure dell’opera dei patronati, che anche in questa circostanza svolgono un ruolo decisivo in termini di fabbriche di voti. A suo dire, queste situazioni sono riscontrabili un po’ ovunque nel mondo. Stando così le cose, non resta che chiederci quale possa essere l’attendibilità del risultato di questa operazione elettorale.
PASTICCIO COMITES – DI RICKY FILOSA
Più che di rinnovo dei Comites, si può parlare di un rinnovato stato di squallore generato dall’attuale governo relativamente all’aspetto politico e gestionale delle problematiche relative all’emigrazione italiana nel mondo, a dimostrazione del suo impegno e della sua serietà. Nello stesso tempo si richiama la necessità di valutare aspetti molto più complessi che, con forzature ad arte, riguardano la pratica democratica dello svolgimento delle elezioni medesime.
Anche gli ultimi appelli alla partecipazione al voto da parte dei diretti interessati possono sembrare quasi del tutto strumentali. A questo punto sarebbe più dignitoso azzerare il tutto. Il palleggio delle responsabilità tra i politici, quelli eletti all’estero, la Farnesina e le sue diramazioni territoriali dimostrano solo che si vogliono a tutti i costi salvare unicamente le apparenze ed arrivare comunque all’obiettivo prefisso. La sostanza è un’altra! Ci troviamo in ogni caso di fronte ad una situazione che già partita male finisce ancora peggio, in modo forse vergognoso.
Questi organismi così costituiti dovrebbero rappresentare chi? L’emigrazione italiana all’estero? No, grazie! Non è così che gli italiani all’estero intendono essere rappresentati. Non certamente da eletti mediante una procedura dubbia, sia nella forma che nella sostanza.
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