Fabio Porta, deputato uscente targato Pd, che si ricandida alla Camera nella ripartizione estera Sud America, contattato telefonicamente da ItaliaChiamaItalia, fa un pronostico sui risultati elettorali nella propria ripartizione: secondo Porta Ricardo Merlo, fondatore de presidente del MAIE, “sarà sicuramente rieletto, rappresenta un movimento molto attivo sul territorio. Sono sicuro solamente su di lui, è difficile fare previsioni sugli altri partiti”. Ovviamente, il candidato Pd spera “di essere confermato, il Pd prenderà sia un seggio alla Camera che al Senato, i nostri quattro candidati sono tutti molto forti anche se forse Francesco Rotundo ha maggiori possibilità perché è stato coordinatore Pd in Sud America”.
Potrebbe arrivare alla Camera dei Deputati anche Eugenio Sangregorio, presidente USEI: “Probabilmente passerà anche l’Usei che eleggerà come deputato lo stesso Sangregorio, visto che si è fatto il partito appositamente. Non è questa la maniera giusta per accedere al Parlamento, farsi un partito per farsi eleggere quando, invece, i partiti dovrebbero essere il risultato di un’istanza che viene dal basso e non il contrario”.
E Juan Esteban Caselli, l’ex senatore PdL che si è ricandidato con un proprio movimento, Italiani per la Libertà? “Purtroppo non solo Caselli è riuscito a ricandidarsi, ma lo sta facendo con una sua lista. La presenza di liste fatte su misura per un candidato è una delle anomalie da evitare con la prossima legge elettorale. È assurdo che sia ricandidata la stessa persona che ha dei guai con la Procura di Roma per i brogli del 2008. L’inchiesta non si è ancora conclusa e io spero che le autorità italiane e quelle argentine vigilino attentamente perché, con questo sistema di voto e con questi personaggi, può succedere di tutto”.
Nella lunga intervista – che verrà pubblicata integralmente nelle prossime ore – rilasciata a Italiachiamaitalia.it, Fabio Porta indica le priorità su cui puntare all’inizio della nuova legislatura, per quanto riguarda gli italiani nel mondo: “Dobbiamo aprire subito un tavolo con Mae e governo, per porre al centro il pacchetto che riguarda i diritti degli italiani all’estero e chiedere al nuovo esecutivo se ha intenzione di riprendere con la politica dell’attenzione e della valorizzazione verso la collettività estera che era propria di Prodi. Abbiamo già presentato molte leggi e ne ripresenteremo ancora, ma prima serve un atteggiamento favorevole altrimenti rischiamo di perdere tre anni per discutere il sistema di rappresentanza, come avvenuto nel 2008 quando ci siamo prestati alla manovra distruttiva di Mantica (Sottosegretario agli Esteri nel governo Berlusconi, ndr). Stavolta la priorità è un chiarimento costruttivo con il governo. La legge sul voto all’estero è, ovviamente, una delle prime cose su cui mettere mano poiché nuoce fortemente all’immagine della nostra circoscrizione”.
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