Il Movimento 5 Stelle oltre confine, dopo un dibattito avvenuto fra i vari meetup esteri, ha inviato una proposta di legge di Riforma Comites ai capigruppo del M5S in Parlamento. Secondo quanto si legge, la proposta prevede la soppressione del Consiglio Generale degli Italiani
all’Estero (CGIE), trasferendo la maggior parte delle sue competenze ai COMITES.
Secondo il movimento fondato da Beppe Grillo, infatti, “le attività di sviluppo delle potenzialità a livello locale delle comunità italiane nel mondo e delle loro risorse economiche, culturali e sociali, potrebbero essere portate avanti in maniera più efficiente ed energica dai Comitati degli italiani all’estero. Come sappiamo, i COMITES, infatti, sono più rappresentativi della popolazione poiché composti da membri eletti direttamente dagli italiani residenti
all’estero in ciascuna circoscrizione consolare, e non in seconda istanza come per i membri del CGIE. Andando a leggere i testi delle due leggi, si possono individuare compiti e funzioni attribuiti ai COMITES e al CGIE molto simili”.
Dunque i grillini nella loro proposta di modifica della legge 286, viste anche altre proposte presentate nel tempo da varie parti politiche, propongono in sintesi:
1) abolizione della legge 368 del 6 novembre 1989 “Istituzione del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero”. Tutti i finanziamenti statali, fino a questo momento erogati alla struttura del CGIE, saranno da ridistribuire alla rete dei COMITES, consentendone, così, piena operatività.
2) razionalizzazione nella distribuzione dei COMITES: ogni circoscrizione consolare che presenta almeno ventimila italiani residenti vedrà la presenza di un COMITES. Come eccezione a questa regola, a seguito di una valutazione specifica da parte del Ministero degli Affari Esteri, della realtà economica, politica e geografica locale, si potrà avere un COMITES anche in quelle circoscrizioni consolari, dove non si raggiunga i ventimila cittadini italiani residenti. Allo stesso tempo, dove questo sia sufficiente a rappresentare adeguatamente le esigenze delle comunità italiane, si potrà istituire un solo COMITES facente capo a più circoscrizioni. In ogni caso, si propone l’esistenza di un COMITES in ciascun Paese nel quale risiedono almeno cinquemila cittadini italiani.
3) potenziamento delle funzioni dei COMITES, attribuendo agli stessi una funzione di consulenza normativa, ossia il potere di formulare, su richiesta del Ministro degli affari esteri, pareri e, di propria iniziativa, proposte e raccomandazioni, in materia di iniziative legislative o amministrative dello Stato o delle regioni, accordi internazionali e normative comunitarie concernenti le comunità italiane all’estero;
4) previsione di meccanismi per aumentare la trasparenza e responsabilità dei COMITES nei confronti degli elettori, ponendo l’obbligo, in capo all’organismo, di redigere una relazione annuale che contenga l’evidenziazione delle maggiori problematiche sperimentate dalla comunità di riferimento, da allegare al rendiconto consuntivo e al bilancio preventivo. La stessa relazione annuale dovrà prevedere un’analisi delle attività svolte dal COMITES e sarà accompagnata da un rapporto programmatico, con proiezione triennale delle iniziative che lo stesso Comitato intende intraprendere. La relazione dovrà essere trasmessa al Ministro degli affari esteri, il quale, oltre ad avere nel Parlamentare estero il collettore finale di quelle esigenze verso le istituzioni centrali, provvederà a redigere un documento sintetico dei vari contributi ricevuti dai COMITES su cui relazionare in Parlamento
5) rafforzamento della rilevanza dei pareri (obbligatori o meno) che i COMITES sono tenuti ad esprimere (legge 286, comma 10, punti f , g, h ed l) riportati ancora una volta qui di seguito:
f) (Il COMITES) esprime parere obbligatorio, entro un mese dalla data della richiesta, sulle documentate richieste di contributo che enti e organismi associativi, che svolgono attività sociali, assistenziali, culturali e ricreative a favore della collettività italiana, presentano al Governo, alle regioni ed alle province autonome;
g) esprime parere obbligatorio, entro un mese dalla data della richiesta, sui contributi accordati dalle amministrazioni dello Stato ai locali mezzi di informazione;
h) esprime parere obbligatorio circa le somme stanziate sui capitoli del bilancio dello Stato in favore delle comunità italiane all’estero;
l) esprime parere obbligatorio sulle questioni concernenti le comunità italiane all’estero affrontate dal Governo e dalle regioni, prevedendo che gli stessi pareri non siano solamente obbligatori, ma anche vincolanti, a fronte di una successiva e necessaria verifica e conferma ufficiale da parte del Consolato di riferimento.
6) istituzione di un processo di controllo, da parte del Consolato di riferimento, della effettiva attività (e relative costi) dei COMITES, del loro impegno concreto al servizio della collettività italiana e dell’efficienza delle iniziative intraprese.
7) creazione di uno strumento di controllo delle attività e dell’efficienza del Consolato di riferimento da parte del COMITES, attraverso un parere obbligatorio annual da presentare al Ministero degli Affari Esteri
8) obbligo di presentazione da parte di tutti i Comites di un programma annuale (comprensivo di budget dettagliato di spesa di riferimento) e triennale di attività e progetti da svolgere all’interno della circoscrizione consolare di riferimento, per accedere ai finanziamenti pubblici fino ad ora stanziati per il
CGIE
Infine, si propone di inserire un vincolo che obblighi il Governo a reperire le risorse economiche per far fronte al costo di nuove elezioni dei COMITES, da doversi effettuare al più presto e comunque non oltre i sei mesi dall’approvazione di questa nostra proposta di legge.
Fra le proposte, anche quella di rendere pubblici i bilanci consuntivi, oltre a preventivi dettagliati, perché “la gente deve sapere come i Comites e le Ambasciate spendono i nostri soldi”.
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