Addio a Paolo Soleri: il visionario architetto torinese famoso per aver disegnato Arcosanti, una eco-citta’ ideale nel deserto, e’ morto a 93 anni nella sua casa di Paradise Valley in Arizona. La fondazione Arcosanti ha annunciato oggi sul suo sito la scomparsa di ‘una delle grandi menti del nostro tempo: architetto, costruttore, artista, scrittore, teorico, marito, padre, nato nel Solstizio d’Estate’. Soleri, che aveva studiato con Frank Lloyd Wright negli anni Quaranta, aveva messo a punto una filosofia da lui battezzata arcologia – architettura accoppiata con un’ecologia dal sapore new age – in risposta al dilagare della cultura dei sobborghi.
L’avventura di Soleri e di Arcosanti parte da lontano, dalla laurea al Politecnico di Torino nel 1946, un anno prima del trasferimento negli Usa. Dopo 18 mesi di apprendistato a Taliesin West con Wright l’architetto torna in Italia per progettare la fabbrica di ceramiche Solimene a Vietri sul Mare. Ma l’America fa sentire il suo richiamo e nel 1955 l’architetto si trasferisce a Paradise Valley, inseguendo il suo sogno di citta’ perfetta: fonda prima la Cosanti Foundation, una scuola cantiere autofinanziata in collaborazione con l’universita’, poi nel 1970, con l’aiuto della moglie Colly e di settemila volontari realizza Arcosanti, prototipo urbano in mezzo a niente, pensato per accogliere 5.000 persone sotto il segno dell’arcologia.
La citta’ ideale era costituita da edifici addensati come alveari, strutture a cupola di cemento e vasti absidi. Il villaggio comprendeva una fonderia, un forno per il pane, uno studio di ceramica, un anfiteatro e una piscina nel deserto a un centinaio di chilometri a nord di Phoenix: ‘Conteneva la promessa non solo di una architettura alternativa, ma di una cultura alternativa’, scrisse nel 1989 il critico del New York Times Paul Goldberger.
Per i turisti Arcosanti e’ oggi parte di un trio di destinazioni utopiche dell’Arizona, con Taliesin e Biosfera Due, una cupola geodesica creata negli anni Novanta per preparare persone alla vita extraterrestre. ‘Paolo faceva parte di un gruppo di utopisti sognatori che negli anni Sessanta disegnarono megastrutture di citta’, ma aveva una agenda ecologica e sociale superiore agli altri’, lo ha ricordato Jeffrey Cook, professore di architettura alla Arizona State University secondo cui ‘mentre gli altri teorizzavano, Soleri se ne ando’ nel deserto e costrui’ la sua visione con le sue stesse mani. Per questo divenne un eroe della controcultura’.
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