Eugenio Marino, responsabile Italiani nel mondo per il Partito Democratico, in un intervento sull’Unità ricorda “la lezione di Marcinelle”. In occasione del 57esimo anniversario, giovedì 8 agosto, del disastro di Marcinelle in cui morirono 262 minatori dei quali 136 italiani, Marino scrive: “La lezione di Marcinelle ci parla ancora oggi. Quella immane tragedia diede all’Europa, che muoveva allora i primi passi, una spinta importante verso l’affermazione dei diritti dei lavoratori a partire dalla sicurezza e che portò alla costruzione di uno Stato sociale inclusivo e avanzato. Così oggi, la memoria di quella vicenda dovrebbe promuovere un dibattito serio e consapevole su una nuova idea di cittadinanza europea".
L’esponente Pd sottolinea la "doppia ferita che oggi come ieri incide la carne dei nostri migranti: da un lato lo sfruttamento e l’esclusione subiti nei Paesi ospiti, dall’altro l’abbandono da parte della Madrepatria. Ferite mai sanate che segnano le vite di tutti i migranti, come dimostra oggi la condizione degli immigrati in Italia. Certo l’emigrazione cambia nei numeri e nella qualità. Ai vecchi emigrati, operai o pensionati delle miniere e dei cantieri, si sono aggiunti i nuovi: ricercatori, ristoratori, tecnici specializzati e persino imprenditori. Questo mondo – circa 4 milioni mezzo di cittadini e 60 milioni di discendenti – aspetta risposte dallo Stato italiano e dalla politica che troppo spesso rivela una totale assenza di strategia quando non un vero e proprio disinteresse nei confronti di questa realtà. La scelta dei tagli lineari, adottata negli ultimi anni, ha fatto in questo come in altri settori danni gravissimi. Un esempio per tutti: le risorse destinate alla diffusione della lingua e cultura italiana nel mondo sono state incomprensibilmente falcidiate quando questo è un settore strategico quanti altri mai per l’internazionalizzazione dell’Italia e la diffusione dei suoi prodotti sul mercato globale. In tempi di crisi, poi, come è successo anche in passato, le comunità di emigrati sono un’opportunità economica che l’Italia oggi non sta cogliendo". Marino segnale come "segnale importante" la presenza del presidente della Camera, Laura Boldrini, alla cerimonia in rappresentanza dell’Italia.
"Abbiamo bisogno di incardinare politiche e strategie a livello nazionale ed europeo, capaci di assicurare diritti e dignità ai nuovi immigrati in Italia e a tutti i lavoratori italiani all’estero. Ma anche valorizzare, finalmente nei fatti e non solo nelle enunciazioni di principio, il ruolo delle nostre comunità e delle nostre rappresentanze nel rapporto con l’Italia, a cominciare dai Comites, che vivono da anni una condizione intollerabile di sospensione democratica" e "confidiamo che la Presidente Boldrini vorrà seguire in Parlamento la discussione sulla riorganizzazione della rete consolare – conclude Marino -, che dovrebbe segnare un’inversione radicale del senso di marcia seguito negli ultimi anni".
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