L’Italia fa squadra, stavolta senza distinzioni, senza barriere. Una famiglia unica quella dello sport azzurro tornato da Londra, olimpica e paralimpica: perche’ si applaude Valentina Vezzali mentre riconsegna la bandiera fatta sventolare nello stadio britannico, ma l’ovazione la strappa Cecilia Camellini, nuotatrice non vedente, vent’anni e una pioggia di medaglie nella rassegna a cinque cerchi. E poi c’e’ Alex Zanardi, una seconda vita reinventata sull’handbyke: telecamere e riflettori sono per lui. E’ la festa di tutto lo sport, con le facce da podio riunite, quella che si celebra al Quirinale nella cerimonia appuntamento fisso dopo i Giochi.
‘Sappiamo fare gruppo piu’ di quanto noi stessi pensiamo – le parole del capo dello stato, Giorgio Napolitano – anche se abbiamo l’abitudine di parlare male di noi. I successi degli atleti olimpici si sono integrati con quelli paralimpici: loro hanno dato una grande lezione di vita e morale. Tutta l’Italia l’ha capito, finalmente abbiamo eliminato la distinzione di sport minore’.
Cinquantasei medaglie, equamente divise con i paralimpici che hanno portato a casa un oro in piu’, come ha sottolineato lo stesso presidente del Coni, Gianni Petrucci. ‘Le barriere sono superate – dice – qui c’e’ un mondo unico, 56 medaglie equamente distribuite: questa Italia s’e’ desta’. ‘Siamo un’unica famiglia – conferma il capo del comitato paralimpico Luca Pancalli – ho l’orgoglio di accompagnare questa squadra di atleti che hanno saputo interpretare il loro essere sportivi a tutti gli effetti: ma io sono meno ottimista e quando si spegneranno i riflettori i problemi resteranno. Ma il paese ha dato l’esempio e si e’ rotto uno schema’.
Lo sport pero’ e’ vivo e Petrucci lancia una proposta, prontamente accolta da Napolitano: ‘I nostri atleti migliori siano ambasciatori nel mondo, accompagnino le delegazioni all’estero per rappresentare il made in Italy’.
‘Accolgo lo spunto di Petrucci – la replica del presidente della Repubblica – di considerare gli atleti parte del nostro made in Italy’. Al Colle scorrono le immagini dei successi di Londra: i due portabandiera, Vezzali (‘riconsegno il tricolore con l’orgoglio della mia italianita” dice la fiorettista) e Oscar De Pellegrin, chiamano gli azzurri vincitori di medaglie: a loro Napolitano consegna una medaglia in argento, stringe le mani, chiacchiera con Zanardi che ha costruito una handbyke anche per suo figlio 14enne (‘da li’ si vede il mondo con un’altra prospettiva e volevo lo capisse anche lui’ racconta l’ex pilota), passa in rassegna i colossi di pallavolo e pallanuoto.
Gli arcieri d’oro (Galiazzo, Frangilli, Nespoli) regalano al presidente una delle frecce che a Londra li ha portati sul gradino piu’ alto del podio. ‘Avete reso fiero me e il Paese – dice Napolitano – e’ stata un’Olimpiade ricca di successi e soddisfazioni anche per lo sforzo organizzativo, dal villaggio olimpico alla bellissima casa Italia. C’e’ stata qualche delusione, ma gli atleti non sono macchine’. Poi un accenno a chi viola le regole: non fa nomi, ma il pensiero va a Alex Schwazer, reo confesso di aver fatto uso di doping e cacciato dai Giochi ancora prima di metterci piede. ‘Bisogna essere severi e inflessibili con chi sbaglia, pur avendone umana comprensione’ sottolinea il capo dello stato, che prima del via della cerimonia ha conferito a Raffaele Pagnozzi, segretario generale del Coni e candidato alla presidenza alle prossime elezioni, l’onorificenza di Cavaliere di Gran Croce. Poi l’inno di Mameli cantato dai giovanissimi di Santa Cecilia. ‘Grazie Presidente, il mondo dello sport le vuole davvero bene’ dice Petrucci. E Napolitano, a cui il canoista Daniele Molmenti e Zanardi hanno consegnato la medaglia d’oro e la tuta della nazionale, ricambia abbracciando idealmente tutti: ‘Incontrandovi e standovi vicino – ha concluso il capo dello stato – mi sono ringiovanito. E questo e’ un dono non da poco’. La festa e’ una, dello sport senza barriere.
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