Roma – Ufficialmente si dichiarano tutti “consapevoli del fatto che i partiti tradizionali hanno deluso gli elettori” salvo , poi, non perdere occasione per promettere ai grillini “attenzione su come opereranno ora che sono amministratori pubblici”. Gli eletti all’estero e i rappresentanti politici degli italiani nel mondo parlano dell’exploit elettorale legato al Movimento 5 Stelle cercando di mantenersi in equilibrio tra oneste ammissioni e la speranza di riprendersi i voti scippati da Grillo.
Se Grillo è riuscito a strappare dei voti ai partiti tradizionali, la politica deve ammettere le sue colpe. Su questo punto sembrano tutti concordi, a cominciare dal deputato Pd Fabio Porta. “La politica deve sempre interrogarsi sulle proprie responsabilità, il Movimento 5 Stelle pone precisi interrogativi sul rinnovo della classe dirigente e su molte altre questioni. D’altra parte, però – aggiunge Porta -, non dobbiamo avere paura di indicare le contraddizioni di un movimento che, ancora un volta, nasce intorno a un leader carismatico in grado di fondare questo grande fascino su un’iniziativa di tipo imprenditoriale, anche se legata a internet”.
“Vediamo come opereranno gli amministratori locali appena eletti, ora il movimento dovrà passare dalla protesta all’assunzione di responsabilità e, ovviamente, non vogliamo rivedere quanto già accaduto con la Lega, che si è rivelata peggiore di quelli che contestava”. Decisamente contrario al parallelismo Grillo-Berlusconi il senatore Pdl Raffaele Fantetti. “Grillo come il presidente del ’94? Per carità, il Berlusconi di quel periodo era molto diverso. Il fattore novità è l’unico in comune ma, in seguito, Berlusconi è stato premiato da un voto ripetuto nel corso degli anni. Per ora il Movimento 5 Stelle è solo un exploit locale, vedremo se il consenso continuerà”.
“Se alcuni partiti prendono i voti degli altri, evidentemente esistono delle responsabilità da parte dei partiti tradizionali che dovrebbero rinnovarsi – spiega il deputato democratico Marco Fedi – dando segnali concreti come la volontà di portare a compimento le riforme. Se i partiti non dovessero ultimare la riforma elettorale, perderebbero ancora di più credibilità e sostegno. Le forme di partecipazione politica diverse nascono proprio in conseguenza di tutto questo e accusare Grillo di antipolitica è un errore. Il suo movimento si presenta con proposte precise, a differenza di alcuni partiti considerati tradizionali che fanno solamente opposizione demagogica come Lega e Idv”.
Pensa al futuro Massimo Romagnoli, presidente del Movimento delle Libertà: “Grillo non ha un programma e viene votato da chi è deluso. Tutto questo è colpa dei partiti, ma possiamo riprenderci questi voti, mandando i rappresentanti sul territorio, facendo lavorare le segreterie e rispondendo agli elettori in maniera concreta”.
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