Emanuele Esposito, tu sei un italiano residente all’estero da diversi anni. Vivi e lavori fra Arabia Saudita e Australia. Vuoi spiegare ai lettori di Italiachiamaitalia.it perche’ hai scelto di emigrare?
“Non é stata una scelta vera, quando ho deciso di fare il cuoco era anche perché questo mestiere mi dava l’opportunità di viaggiare, di confrontarmi con altre realtà, culture e soprattutto imparare a stare tra la gente di tutte le razze: solo stando tra le varie culture si possono migliorare i rapporti interpersonali e il rispetto reciproco”.
Come executive chef che lavora all’estero, come vedi il nostro made in Italy? E cosa pensi del fenomeno dell’italian sounding?
Il fenomeno dell’italian sounding “è un grande problema: mi attirerò delle critiche, ma certe cose vanno dette, e va sottolineato che il falso made in Italy spesso è fatto dagli stessi italiani. Se infatti andiamo a vedere tutte le aziende all’estero che producono prodotti alimentari ‘italian sounding’, ci troviamo gli italiani e in alcuni casi in Romania ci sono aziende finanziate dal ministro dello Sviluppo”. “In verità c’è una timida voglia di combattere questo fenomeno: è un po’ come la mafia, tutti la vogliono debellare, ma chissà perché é sempre viva. Ci vogliono leggi internazionali, certo, ma prima di tutto nazionali, partendo dai dazi doganali: la comunità europea non può imporci delle regole che distruggono il nostro patrimonio culturale e imprenditoriale. In Italia purtroppo non c’è una regia di comando, troppi enti, troppe associazioni, ma il problema resta”.
“Il consorzio del prosciutto di Parma produce più prosciutti di quanto il territorio possa disporre: ma molti prosciutti arrivano dall’Olanda, e questo fa capire quanta volontà ci sia di combattere il fenomeno. La verità è che nessuno vuole veramente debellare il made in Italy taroccato, le promozioni che l’Italia e i vari enti fanno sono solo soldi buttati. L’olio è un altro esempio: quanto olio italiano al 100% troviamo negli scaffali dei supermercati?”.
Ed ecco le mosse che dovrebbe mettere in campo il governo italiano per proteggere il nostro unico e prezioso made in Italy: “Innanzitutto concentrare le risorse, troppi enti che si occupano di questa materia. La Francia per esempio ha la Sopexa, un ente che fa marketing e cultura alimentare. In verità anche in Italia avevamo una cosa del genere, BuonItalia SPA, ma si é rivelata un altro ente inutile e sopratutto uno spreco di risorse economiche ed umane. Troppi ministeri che si occupano della stessa materia, e così si crea solo della confusione e spreco di danaro pubblico. Invece ci vuole unità, ci vuole un unico ente che faccia da regia. Se riusciamo a fare quello che i Francesi fanno, forse abbiamo già risolto metà del problema!”.
Da italiano all’estero, con quali sentimenti guardi all’Italia? Nostalgia, rabbia, delusione, riconoscenza?
“L’Italia é il mio Paese di origine, mi ha dato molto, certo a volte ho molta nostalgia e ci ritorno con il sorriso e con la fierezza di essere Italiano dentro, per questo spesso mi chiedo cosa posso fare per l’Italia”.
Sei uno di quegli italiani all’estero che segue con costanza quello che fa – o che non fa – la politica che si occupa di italiani nel mondo. Sei soddisfatto del lavoro dei parlamentari eletti all’estero?
“Grazie ai giornali come ItaliaChiamaItalia e altri seguo con costanza i problemi italiani e quelli degli italiani nel mondo; come essere soddisfatto del lavoro dei nostri rappresentanti, chi li ha visti? Cosa hanno fatto per noi? Io sinceramente non lo so, mi sforzo a volte di giustificarli ma non riesco a trovare una sola nota positiva: io al posto loro mi vergognerei anche di scrivere sui vari blog o sui social network”.
Sei molto duro nei confronti dei nostri parlamentari. Cosa manca secondo te agli eletti all’estero?
“Manca sicuramente il rispetto, l’unità tra di loro, la conoscenza dei problemi reali: e poi sono troppo presuntuosi e menefreghisti”.
Come vedi il Maie, il partito dell’On. Ricardo Merlo? Ti piace l’idea di un’unica forza politica che lotti per difendere gli interessi degli italiani nel mondo?
“Rispetto ad altri é stato bravo ad anticipare alcune idee e il lavoro sul territorio; certo, vuole presentarsi pronto alle prossime elezioni, fare un unico movimento per gli italiani nel mondo sarebbe non solo un punto a suo favore, ma significherebbe – almeno, ce lo auguriamo – un maggiore impegno all’interno del parlamento per gli italiani all’estero… Merlo ha iniziato bene con le nomine, eccetto qualche eccezione, speriamo che dia spazio ai giovani: io sono ancora in attesa di capire il suo programma, per il momento”.
E il PdL? E il Pd?
“Il PdL assente ingiustificato. Caselli? Aspetta e spera… Qualche deputato dice che il PdL é vivo in Europa: sarà, ma io non sento il battito del cuore. Seriamo che sia solo un infarto momentaneo. Il Pd? Come sopra, non pervenuto”.
Alcuni hanno gia’ notato che nell’ultimo periodo partecipi con passione e con più frequenza del solito al dibattito politico che gira intorno all’universo degli italiani nel mondo. Hai qualche idea in testa? Forse desideri scendere in campo e provare a fare politica attiva?
“Non é solo un’idea, é una forte voglia di essere accanto agli italiani nel mondo: io non dico che sono più bravo di altri, ma certamente rispetto le persone. Non tradirei mai nessuno per vantaggi personali, non mi sono mai venduto e mai accadrà. Mi sento personalmente offeso dagli attuali rappresentanti, se non hai fiducia nelle persone che dovrebbero garantire i tuoi diritti meglio allora difendersi da solo. Gli italiani nel mondo vanno rispettati, ascoltati e soprattutto difesi. Mirko Tremaglia, lui sì era, anzi per molto lo è ancora, un signore e un Onorevole: le persone vere, serie, restano sempre in vita dentro di noi!”.
A quale partito guardi con maggiore interesse?
“Tutti e nessuno in verità. Non ho ancora visto un impegno serio per gli Italiani nel mondo, quando vedrò un programma serio e un impegno senza se e senza ma allora io entrerò in gioco”.
Credi di avere delle chance? La tua ripartizione elettorale e’ molto vasta…
“Tutti hanno delle chance, niente é impossibile. Personalmente, ho sempre pensato che le cose vadano fatte con criterio e nel rispetto delle regole del gioco; questa non é una battaglia, vince chi saprà convincere con fatti e non promesse. Nel mondo del lavoro ho sempre portato avanti con costanza, abnegazione gli obiettivi: le chance ce le costruiamo noi! E se dovessi davvero scendere in campo, per gli italiani nel mondo sarei pronto a tutto”.
In conclusione, agli italiani residenti all’estero che leggeranno questa tua intervista, quale messaggio vorresti lanciare?
“Continuate ad avere fiducia nelle istituzioni italiane, l’Italia non é questa che ci vogliono far credere, ci sono uomini e donne di grande valori nelle istituzioni, insieme riporteremo al centro del dibattito mondiale la nostra amata casa Italia. Fidatevi del vostro intuito, guardate le persone negli occhi e non giudicate in base alle parole, io per quello che posso cercherò nel mio piccolo di starvi vicino e cercare di garantirvi la dignità e il rispetto che voi vi siete conquistati: oggi se si parla di italiani nel mondo è solo grazie a voi! Alle prossime elezioni votate per le persone e non per gli interessi!”.
ricky@italiachiamaitalia.com Twitter @rickyfilosa
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