L’italiano Silvano Trevisan – 69 anni, ingegnere originario della provincia di Venezia – è stato rapito nelle scorse ore in Nigeria, insieme ad altri sei stranieri. A rivendicare il rapimento è oggi il gruppo estremista islamico Ansaru, legato al gruppo estremista Boko Haram, lo stesso che alla fine dello scorso anno ha rivendicato il sequestro di un cittadino francese in Nigeria.
In una nota inviata ai giornalisti attraverso posta elettronica, il gruppo annuncia di "tenere in ostaggio sette persone, fra cui dei libanesi e i loro colleghi europei che lavorano per Setraco". Il gruppo afferma di avere sequestrato questi stranieri “per le violazioni e le atrocità commesse verso la religione di Allah da parte dei Paesi europei in diversi Paesi fra cui Afghanistan e Mali".
Secondo un portavoce della polizia nigeriana, gli altri rapiti sono un britannico (anche se Londra non ha confermato), un greco e quattro libanesi, tra cui una donna e una ragazza.
I rapimenti sono all’ordine del giorno in Nigeria, Paese più popoloso dell’Africa, con 160 milioni di abitanti. Gli ostaggi nella maggior parte dei casi vengono rilasciati dietro il pagamento di un riscatto. Un britannico e un italiano erano stati sequestrati nel nord del Paese nel 2011, mentre un tedesco nel 2012, nella regione di Kano. Sono stati uccisi dai rapitori.
TERZI, PRIORITA’ E’ INCOLUMITA’ DELL’OSTAGGIO Giulio Terzi, ministro degli Esteri, da Bruxelles, dove partecipa al consiglio Ue, sottolinea: la priorita’ del governo italiano nella gestione del caso del tecnico italiano sequestrato in Nigeria e’ "la tutela assoluta dell’incolumita’ degli ostaggi". "Stiamo seguendo la situazione con le autorita’ nigeriane e degli altri Paesi interessati, la Grecia e il Regno Unito", ha detto Terzi, "non abbiamo notizie successive al momento del sequestro ma diamo la massima attenzione con tutti gli organismi dello Stato che si occupano di queste situazioni".
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