Pochissimi sono gli italiani nel mondo – nessuno in Italia – che sanno dell’esistenza dei COMITES (Comitati Italiani all’Estero) e del CGIE (Consiglio Generale degli Italiani all’Estero). Per fortuna sono anche “inconsapevoli” del fatto che questi organismi, che si spacciano come rappresentativi degli italiani nel mondo, durante la loro ultra ventennale esistenza hanno speso circa 100 milioni di euro senza aver combinato un bel niente.
Ora, in considerazione di tutto questo, finalmente, dovrebbero essere cancellati. Le continue dilazioni delle loro elezioni (ora previste entro la fine del 2014) dovrebbero essere il preludio della loro totale soppressione. Gli unici che vogliono ostinatamente mantenere in vita questi organismi spreconi ed inutili sono solo e soltanto gli addetti ai lavori, cioè quelli che fanno parte dei due carrozzoni. Nonostante il sempre più forte coro che invoca di far largo ai giovani, i Comites ed il CGIE sono ancora esclusive verdi praterie di pascolo dei dinosauri.
Un esempio? Nel CGIE non c’è nessuno sotto i quarant’anni. Solo due su novantatre sono sotto i cinquant’anni. La media e’ di sessantasette anni. Il 50% dei membri del CGIE ha diretto rapporto con i sindacati ed il 40% con i Patronati. Sedici di loro sono stati candidati (ed alcuni eletti) per la Camera dei deputati e per il Senato. Il 30% si sono fatti decorare con il titolo di cavaliere o commendatore o grand’ufficiale per la “solidarietà italiana” (!?).
Il mantenimento dei Comites e del CGIE è irresponsabile. Oltre ad essere una perdita di tempo, è un delitto chiedere allo Stato italiano di continuare a sprecare milioni di euro di denaro pubblico per organismi inutili quando potrebbero essere spesi per migliori progetti che siano di reale vantaggio e di generale utilità di tutti gli italiani nel mondo.
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