Roma – “Non mi candiderò più nella circoscrizione estero. Ho creato Cdi, il partito dei Cristiano Democratici Italiani, e invito tutti i giovani interessati a candidarsi. Loro lavoreranno per l’estero insieme al partito, io me ne vado in pensione”. È quanto ha dichiarato a margine della presentazione del libro autobiografico ‘Le mie mani pulite’ Antonio Razzi, eletto all’estero in quota Idv per poi passare con i cosiddetti ‘responsabili’, salvando insieme a Scilipoti il governo Berlusconi in quell’ormai famoso 14 dicembre 2010. L’amico Silvio ha saldato il conto, scrivendo la prefazione dell’opera e presentandola ieri, presso la Sala del Mappamondo alla Camera.
“Sono qui per una testimonianza – ha spiegato Berlusconi – poiché ritengo mio dovere rappresentare pubblicamente ciò che è avvenuto: il gruppo dei responsabili ha voluto solamente difendere il governo votato dagli italiani. Questo libro è affascinante, racconta la storia di un operaio che trova la forza di vincere le elezioni ed io, oggi, voglio testimoniare il sostegno del Pdl ad Antonio Razzi”. “Perfino l’attuale maggioranza gli deve un forte ringraziamento. Antonio Razzi – ha aggiunto – è un uomo ‘con le palle’, è un cavallo di razza che non ha paura di niente e di nessuno, gli Scilipoti e i Razzi sono un esempio per tutti, al di là delle cattive ironia che sono state fatte sul loro conto”.
L’onorevole Razzi si è ricordato anche dei vecchi amici? “Ho invitato tutti i parlamentari, anche Di Pietro che ho sempre ringraziato per avermi candidato. Sono uno sportivo, non ce l’ho con nessuno e non devo togliermi sassolini dalle scarpe”. “Dedico questo libro a tutti gli emigrati – ha spiegato ancora Razzi, a margine dell’incontro -, sono soddisfatto perché ho visto nel pubblico tanta gente dalla Svizzera e dall’Abruzzo, deputati di destra, di sinistra e della Lega”.
“Penso che anche i giovani siano interessati a leggere quest’opera – aveva raccontato Razzi nel corso della presentazione –. L’emigrazione è stata dura ma, grazie alle rimesse, abbiamo ricostruito l’Italia. Ho sempre ringraziato Tremaglia per il suo amore verso gli italiani all’estero e ho compiuto quel passo del 14 dicembre proprio per loro. Io e Berlusconi siamo uniti proprio perché vogliamo bene agli italiani in patria e a quelli nel mondo”.
Alla presentazione è intervenuto anche Vittorio Sgarbi, fornendo la sua personale visione del cambio di rotta firmato Razzi. “Antonio non riusciva mai a parlare con Di Pietro né a proporre le sue leggi, allora ha deciso di farsi ascoltare e, in Berlusconi, ha trovato le giuste orecchie. Con Silvio si è sentito preso in considerazione e guardato con la giusta attenzione, da tutto questo è scaturita la decisione di voto. Tra l’altro – ha ironizzato -, poiché Di Pietro è notoriamente un uomo di destra, Berlusconi è l’unica sponda di sinistra che Razzi avrebbe potuto trovare. Di fatto Berlusconi lo ha ascoltato, gli altri leder sono talmente presi dai loro pensieri da non occuparsi dei propri parlamentari”.
“Credo nella sua innocenza – aveva infine sentenziato Sgarbi rivolgendosi al pubblico, salvo poi aggiungere, parlando in via informale a margine dell’incontro – Razzi ha colto la tipica politica dello spettacolo, se vuoi che parlino di te devi fare colpo”.
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