“Ottima tattica di comunicazione quella scelta da Matteo Renzi nel chiamare il suo nuovo partito Italia Viva. E’ un nome furbo perché crea da subito nella mente dell’elettorato l’associazione che se un partito è “vivo”, quello di Renzi in questo caso, in automatico gli altri partiti sono tutti ‘morti’ – commenta il noto pubblicitario Luciano Nardi fondatore e direttore creativo dell’agenzia Kube Libre.
“E’ un nome perfetto per fare l’exploit iniziale e farsi ricordare perché come si dice in gergo ‘arriva alla pancia’ delle persone – continua Nardi – che poi possa diventare un brand forte nel tempo è tutto da vedere, ma come è successo con Forza Italia e Berlusconi, credo che il partito poi si identificherà con il suo creatore, diventando ben presto il ‘partito di Renzi’”.
“Un nome che volutamente non rimanda a una collocazione politica specifica, probabilmente – spiega lo spin doctor Davide CIliberti della società di PR Purple & Noise – proprio perché il posizionamento della nuova entità renziana intende ampliarsi a segmenti di elettorato allargati. Uno su tutti Forza Italia, considerata la ripresa del nome Italia in Italia Viva”.
“Osservo poi – conclude Ciliberti – che il termine “partito” sta pressoché scomparendo dal citofono della nostra politica. Peccato perché il vocabolo partito comunica unione, robustezza e forza d’insieme. Io, dimenticata quasi la Prima Repubblica, avrei consigliato a Matteo l’ipotesi di appropriarsene nuovamente, e magari orgogliosamente”