L’Italia è una superpotenza culturale: il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha pienamente ragione ad affermarlo. L’Italia è una delle culle di questa Europa. La cultura europea ed occidentale si formò a Gerusalemme, ad Atene e a Roma. Inoltre, il Rinascimento partì dall’Italia. L’Italia è nota per le sue opere d’arte e per gli uomini di cultura. Basta pensare a pittori come Raffaello Sanzio, Michelangelo Buonarroti e Orazio Gentileschi e a poeti come Dante Alighieri, Francesco Petrarca e Giacomo Leopardi.
Tuttavia, l’Italia è anche un Paese che trascura il suo patrimonio storico e culturale. Mi vengono in mente edifici storici come l’ex-convento di Susano, frazione del Comune di Castel d’Ario, in Provincia di Mantova, Villa Montedomini, la quale si trova a Castelferretti, frazione del Comune di Falconara Marittima, in Provincia di Ancona, il castello di Sammezzano, che si trova nel territorio comunale di Reggello, in Provincia di Firenze, e la chiesa di San Luca, la quale si trova a Galati Mamertino, in Provincia di Messina. Edifici come quelli citati sarebbero da valorizzare.
Ancora: siamo un Paese di navigatori, santi e poeti. Perché, per esempio, non rivalutiamo la nostra poesia? Qui in Italia ci sono tanti poeti emergenti. Non sarebbe il caso di fare più iniziative atte a promuovere la poesia italiana nel mondo? Si potrebbero fare dei concorsi aperti a tutti i poeti italiani e discendenti di italiani all’estero, anche gratuiti. Un’iniziativa così sarebbe bella e riavvicinerebbe tanti alla poesia italiana.
L’Italia è una superpotenza culturale, ma non tira fuori tutte le sue energie migliori. Questa è una triste realtà. Se vuole primeggiare, l’Italia deve cambiare rotta.