In Italia dovremmo vivere e prosperare di solo turismo. Abbiamo tutto, il mare, la collina, la montagna, la campagna, i siti d’arte, la storia; non abbiamo la vocazione totale al turismo, nel senso che non lo riteniamo, complici i governanti, una priorità assoluta. L’unica vera grande immensa risorsa per vivere da signori. Chi ci governa, poi, ritiene che l’Italia possa essere un Paese industrializzato, in grado di competere con nazioni che hanno le industrie, non potendo contare sull’apporto del turismo. Ma in Italia le fabbriche continuano a chiudere, siamo un Paese in cassa integrazione, trabocchiamo di contratti di solidarietà, rischiamo di morire di disoccupazione. Strangolati dalla crisi, rischiamo il suicidio, perché al turismo non dedichiamo, di norma, quelle attenzioni che dovrebbero essere doverose, soprattutto nel nostro interesse.
In materia di turismo, siamo lassisti. E distratti, perché non guardiamo profondamente dentro di noi e intorno a noi. Magari anche a dispetto dei numeri che continuano a sistemare la nostra bella Italia, splendida per la paesaggistica, l’arte, la storia, le bellezze naturali, la buona cucina, al centro dell’interesse degli stranieri. I numeri dicono che l’assalto all’Italia è di nuovo in atto. Se riuscissimo ad aggiungere dell’altro, l’attenzione, la cura, la pulizia, la sicurezza, raggiungeremmo tranquillamente il top. Basterebbe impiegare serietà e applicazione, e il mondo ce lo mangeremmo davvero. Ma tant’è, non è bello ma dobbiamo accontentarci.
Il turismo l’oro d’Italia. Malgrado tutto, il 2015 si è proposto con successo come l’anno della svolta. O dell’impennata, con l’auspicio sincero che possa davvero rappresentare il momento di un poderoso salto di qualità, allargato a tutte le zone del nostro magico stivale. L’esempio più lampante arriva dalla Riviera Romagnola. Investita dalla crisi, manifesta in anni di flessione sul piano delle presenze turistiche, nel 2015 ha registrato un robusto incremento di presenze italiane, +10,5%, e di quelle straniere nella misura del 3,6. Segnali di ritorno all’antico sono spiegabili con le rinunce soprattutto italiane a destinazione come Tunisia, Marocco, Kenya, Mar Rosso. La conferma dell’inversione di tendenza è attesa quest’estate. Un contributo essenziale alla causa lo hanno dato il ritorno alla promozione della costa sulle tv tedesche con lo slogan “italianische Romagna” e della nuova tratta Monaco-Rimini coperta dalla ferrovie tedesche della Deutsche Bahn, in funzione da metà giugno a metà settembre.
Gli eventi terroristici di Parigi e Bruxelles contribuiscono indubbiamente alla risalita del turismo in Italia. Per dirne una, la Costa Azzurra ha perso il 17% dei turisti italiani; un dato simile si è registrato per Parigi e l’Ile de France. Le tragiche manifestazioni terroristiche hanno spostato gli itinerari turistici, cancellandoli in alcuni casi. La scelta all’estero interessa città d’arte meno affollate come Siviglia o Lisbona. Palese e palpabile la riscoperta dell’Italia e di Spagna e Grecia. Gli operatori turistici italiani contano oltretutto di cavalcare l’onda lunga dell’Expo, che dovrebbe assicurare un ulteriore tre per cento in più.
Confturismo, in collaborazione con l’Istituto Piepoli, ha elaborato un indice di fiducia del viaggiatore italiano. Bene, otto su dieci, hanno dichiarato di preferire mete del Bel Paese per le vacanze dei prossimi tre mesi. La Puglia dimostra di essere all’avanguardia, marcia in testa al gruppo con il suo mare, i suoi tesori, la meraviglia del Salento, la promessa di tranquillità e serenità e la sua cucina. L’incremento registrato dall’Osservatorio Turistico è del 9.2% in arrivi nei primi tre mesi di quest’anno. La forte ripresa lascia intravvedere un andamento estivo ancora più favorevole. Poli d’attrazione, Lecce, il suo barocco, la Valle d’Itria, il Salento.
Buone notizie anche da Roma. Il Colosseo con oltre sei milioni e mezzi di ingressi è il monumento più visitato d’Italia. Il sito è preso sistematicamente d’assalto dai visitatori. Si stanno quindi cercando soluzioni idonee per fare argine alla massa. La prima idea è la bigliettazione a fasce orarie in grado di distribuire nell’arco dell’intera giornata la mole dei visitatori. Il 2015 ha sorriso anche a Sardegna e Sicilia. L’incremento ha superato il 20% di presenze in più rispetto agli anni precedenti.
E Venezia con i suoi problemi atavici e i disagi che derivano dalla sua complessa natura di città sulla laguna e sul mare? Eden Viaggi ha provato a rimuovere le titubanze dei potenziali visitatori con il “Salva Venezia”, che consente di cambiare idea in qualsiasi momento senza pagare penali. Venezia è sicura di superare quest’anno il record di 27 milioni di turisti del 2015. I week end recenti hanno presentato eccezionali affollamenti nelle Cinque Terre, capolavoro della natura. Invocata da più parti la regolamentazione dei flussi turistici. In estate verrà attuata una razionalizzazione degli accessi ai sentieri. Sarebbe improprio e inopportuno parlare di numero chiuso, però qualcosa dovrà essere escogitato anche per Pompei, letteralmente rinata e restituita alla sua misteriosa antica bellezze delle Domus restaurate, e anche per Firenze e Roma con i musei e monumenti più visitati d’Italia. Siti ormai vicini al limite di accoglienza: doveroso il richiamo alla sicurezza. Pompei ha avuto il numero chiuso il 1° maggio, l’accesso agli scavi è stato consentito solo a quindicimila visitatori.
Numeri impressionati qua e là. Proviamo per un attimo a pensare a cosa potrebbe dare il turismo all’Italia, al di là dell’oro che già le regala, se riuscissimo a valorizzare, come moderne regole di ospitalità comandano, quelle località, e sono un numero impressionante, destinate a vivere in una sorta di dimenticatoio. Regioni, città, paesi, borghi, spiagge, posti di strepitosa bellezza votata al turismo fai da te. Turismo improvvisato, spesso non in linea con le esigenze dei visitatori che identificano, perché non informati o veicolati verso percorsi obbligati, il Bel Paese con Roma, Firenze, Venezia, la Romagna, le Cinque Terre, Pompei, Positano, Capri, Ischia, Sanremo. L’Italia è un’unica bellezza, da Cortina d’Ampezzo a Capo Passero. È oro zecchino anche quello che non luccica di pubblicità e propaganda. Il problema è uno, sempre lo stesso: noi italiani il turismo lo facciamo a metà. Sveglia, Italia.
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