Il presidente dell’Iran Rohani è giunto in Italia ricevuto da mezzo governo festante. Qua e là si legge di 4,5 o 5,7 miliardi di contratti preliminari per scambi commerciali e naturalmente da qui derivano i sorrisi a trentadue denti dei nostri ministri. Ma guardate le immagini trasmesse dai telegiornali. Forse sono stato distratto, ma ho visto solo ministri uomini e non donne alla grande festa.
Sappiamo bene che quel paese, da costui rappresentato, è tra i peggiori al mondo per come tratta donne e omosessuali e non solo; ah dimenticavo i cristiani. I gay solo per essere “diversi” possono essere uccisi dallo Stato stesso. Probabilmente il presidente non avrebbe stretto la mano ad un nostro rappresentante del gentil sesso. La Sharìa in Iran è applicata e diffusa, abitualmente con l’impiccagione. Il regime è stato condannato per ben 62 volte da vari organismi delle Nazioni Unite per violazione dei diritti umani. Ma sappiamo che i paesi islamici non firmarono la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, perché loro si autodefiniscono “diversi” e si sono prodotti una dichiarazione dei diritti islamici… La tortura nelle carceri iraniane non si applica in casi particolari, ma è una consuetudine.
Come sempre nel mondo intero il denaro uccide ogni dignità e ogni condotta morale; per il denaro si accetta di inchinarsi a chi rappresenta paesi inqualificabili per ogni uomo dotato di razionalità e intelligenza. Non parlatemi di diverse culture.
Diciamo le cose come stanno, oggi, nel 2016 dopo Cristo, se posso nominare ancora Cristo. Tutti i turisti che visitano l’Iran dovranno conoscere la legge islamica in vigore. Lo ha stabilito una legge approvata dal Parlamento di Teheran credo nel 2014. Potrei scrivere delle imprecisioni, ma penso che le donne in Iran non possano amministrare proprietà, non possano stringere la mano a uomini che non siano della loro famiglia. In un tribunale la loro testimonianza vale la metà. Esiste ancora la frusta per chi compie “reati”. Le donne non possono diventare giudici, figuriamoci, o entrare allo stadio, luogo di perdizione. In quel “postaccio” infernale oggi si può forse schivare la lapidazione per un adulterio, ma si beccano cento frustate in pubblico.
Leggo che durante la presidenza del mullah Hassan Rouhani che passa per un “moderato”, come scrive il quotidiano Il Tempo, solo quest’anno le esecuzioni in Iran sarebbero state 980, contro le 800 del 2014. Il 2015 batterà ogni record stando ai dati dei quasi 700 giustiziati nel primo semestre. Insomma, noi stringiamo la mano al primo rappresentante di un paese dove sono palesemente violati tutti i più elementari diritti umani; dove si applica la pena di morte per reati non precisamente classificati; dove si discriminano donne e omosessuali fino alla morte. Nel matrimonio, solo l’uomo può decidere il divorzio, non certo la donna che è essere inferiore. Si potrebbe proseguire citando fatti di orrenda cronaca che ci giungono da quel paese islamico.
Noi occidentali, come sempre, ci inchiniamo per interessi economici e saremmo capaci anche di baciare quelle mani sporche di sangue. Ritengo che sia umiliante, disonorevole, triste e imbarazzante, ma lo sarebbe per classi politiche capaci di dare priorità alla morale e all’umana ragione, prima che al vile denaro. Non lo è imbarazzante per classi politiche abituate a prostituirsi con il primo sottanone che mostri loro una mazzetta di banconote zozze.
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