Valentino Valentini, vice ministro delle Imprese e del Made in Italy, a Melbourne in Australia per una nuova tappa del tour dell’Amerigo Vespucci, “una nave che viene dal passato per portarci nel futuro”, ha spiegato che in un momento in cui “drammatiche” condizioni geopolitiche impongono agli Stati di rivedere relazioni e catene del valore “l’Italia ha le porte aperte agli investimenti e il governo ha lavorato per creare un ambiente favorevole”.
Valentini, nella sede di Deloitte, ha partecipato a un evento sull’attrazione degli investimenti organizzato da Ice Australia con il contributo del Mimit.
“Veniamo – ha spiegato Valentini – da anni di globalizzazione in cui gli affari erano semplici ma ora le condizioni geopolitiche sono drammatiche e dobbiamo rivedere le nostre catene del valore, le catene di approvvigionamento e le nazioni con cui fare affari. L’Italia è conosciuta per la moda, il calcio, il cibo ma abbiamo anche una fantastica industria: siamo la seconda manifattura d’Europa, siamo leader nelle esportazioni e punto di acceso al Mercato unico europeo“.
L’interscambio tra Italia e Australia è in costante crescita e ha superato i 6 miliardi nel 2023, grazie anche a 239 imprese italiane presenti nel Paese e 117 imprese a partecipazione australiana presenti in Italia.
Lo stock di investimenti italiani in Australia è di 2 miliardi, mentre quello australiano in Italia ha raggiunto i 951 milioni, ma ci sono ampi margini di crescita.
Valentini ha ricordato la centralità della transizione ambientale ed energetica, sottolineando in particolare che “l’Australia ha una grande tradizione nell’attività mineraria e l’attività mineraria è fondamentale nella doppia transizione. L’Australia ha risorse, conoscenze e competenze” in questo campo, “che stiamo rilanciando”.
Per quanto riguarda l’Italia, ha ricordato, “il nostro tessuto manifatturiero è fatto di Pmi” ovvero di “customizzazione, qualità, flessibilità. Un tessuto caratterizzato da molte imprese familiari, che vuol dire investimento di lungo termine, investimento sulle persone” che è il cuore del Made in Italy, che “non vuol dire dove è fatto ma come è fatto: con attenzione, passione, capacità”.
A margine dei lavori, Valentini ha avuto alcuni incontri B2G con aziende presenti all’incontro.