La strada che porta a Piravom, paesone di coltivatori di caucciu’ tra le colline del Kerala, e’ costellata di manifesti con una torcia, simbolo del partito di maggioranza del Congresso e la ‘falce e martello’ dei comunisti indiani che hanno sempre dominato questo lembo tropicale dell’India meridionale. E’ qui che domani si aprono le urne per una elezione suppletiva dopo la morte di un parlamentare, che e’ diventata cruciale per il partito di Sonia Gandhi e che sembra esserlo anche per il destino dei due maro’ detenuti a Trivandrum con l’accusa di aver ucciso due pescatori. Oltre 183 mila elettori sono chiamati a scegliere tra Anoop Jacob, che vorrebbe prendere il posto del padre, e il rivale comunista, il veterano ex ministro M.J.Jacob (nessun legame di parentela) che cerca una rivincita dopo la sconfitta un anno fa alle elezioni per il rinnovo del parlamento locale.
Per il ‘chief minister’ del Kerala, Oommen Chandy, la ‘bestia nera’ degli italiani per le sue dure prese di posizione, e’ una lotta per la sopravvivenza. Lo sa bene anche il sottosegretario agli Esteri Staffan de Mistura che lo ha incontrato un paio di volte prima di tornare in Italia senza aver ottenuto i risultati sperati. In un’intervista a ‘Il Mattino’ ha ammesso che sulla vicenda ‘e’ stato molto influente il clima elettorale’ indiano ‘che potra’ calare solo a fine mese’. Il diplomatico, che in un’altra dichiarazione ha reiterato la sua intenzione ‘di non mollare’ anche di fronte a un esito sfavorevole della prova balistica, incontrera’ domani in Puglia le famiglie di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone che gli hanno anche affidato due braccialetti da regalare alle mogli.
A Piravom, presidiata da 1.500 poliziotti davanti a 134 seggi elettorali sparsi tra le colline, la storia dei due maro’ e della Enrica Lexie e’ sulla bocca di tutti. Il candidato Anoop Jacob, 38 enne laureato in giurisprudenza e catapultato in politica solo quattro mesi fa, cerca di minimizzare. ‘Non c’entra nulla con le elezioni di Piravom e non cambiera’ nulla dopo’, ha detto..
Ma all’ingresso della cittadina, coperta di manifesti elettorali tra una selva di chiese e templi indu’, nell’ufficio del Partito comunista indiano marxista, che si qui si chiama Left Democratic Front (Ldf), non si hanno dubbi. ‘Il Congresso, grazie a Sonia Gandhi, sta offrendo un trattamento di lusso ai due italiani. La legge deve essere uguale per tutti e gli elettori di Piravom non sono stupidi’ dice K.P Salim, uno del ‘politburo’ del partito.
Anche Jijo Paul, proprietario di un negozio che vende ‘cucine italiane’ come recita l’insegna, la pensa cosi’. ‘Se finisco in prigione in Italia non penso di avere tutte queste comodita”. Purtroppo per la maggior parte della gente di Piravom i maro’ sono gia’ colpevoli anche se non sono ancora stati rinviati a giudizio. Tra l’altro molte famiglie qui hanno un parente che lavora in Italia, in particolare nel settore dell’assistenza ospedaliera. Nei seggi, aperti da domani alle sette ora locale (3 e mezza ora italiana), intanto sono arrivate nel pomeriggio le macchinette per il voto elettronico e i materassi per gli scrutatori che dormiranno nelle aule scolastiche dove si vota. Nonostante l’informatizzazione del processo elettorale, da tempo introdotta in tutta l’India, bisognera’ aspettare mercoledi’ per i risultati.
Intanto il tribunale di Kollam, dove si tiene il processo a carico dei due maró, ha chiesto alla polizia di avviare delle indagini per accertare le responsabilità del capitano della Enrica Lexie. Il tribunale, ha scritto il quotidiano The Indian Express "ha chiesto se i militari accusati avevano l’ordine di sparare senza il permesso di un superiore, se c’era un superiore a bordo che ha dato l’ordine e se i fucilieri erano sotto l’autorità del capitano".
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