“È l’arte suprema dell’insegnante, risvegliare la gioia della creatività e della conoscenza” recita una celebre frase di Albert Einstein, indicando il ruolo prevalente dei docenti nella crescita educativa dei ragazzi. Monito che andrebbe nuovamente condiviso in occasione della Giornata mondiale degli insegnanti, iniziativa lanciata nel 1994 dall’UNESCO e che si celebra come ogni anno il 5 ottobre per sottolineare il ruolo di una professione così delicata e di grande responsabilità, spesso non adeguatamente valorizzata. Scenario negativo accentuato dall’emergenza sanitaria che quest’anno ha causato uno sconvolgimento dell’intero sistema scolastico: soltanto in Italia, secondo i dati ISTAT, sono oltre 60mila le cattedre rimaste vuote. Ma il ruolo del docente non è per niente facile ed è per questo che gli esperti consigliano alcune raccomandazioni come promuovere un metodo di approccio alla realtà che vada oltre il semplice studio, stabilire un dialogo con i propri alunni, dimostrarsi empatici e pazienti, e svolgere il proprio lavoro con entusiasmo.
“Le scuole, anche quelle materne o gli asili nido, devono avere un progetto didattico lontano dal mero accudimento, volto a condurre ogni alunno nella sua individualità, nel suo percorso di crescita e di sviluppo delle competenze cognitive, emotive, relazionali, linguistiche e motorie – ha spiegato Eva Balducchi, co-fondatrice del Baby e Junior College di Monza e Seregno – Questo processo è reso possibile dai docenti che attraverso la quotidianità e la routine accompagnano i loro studenti al raggiungimento degli obiettivi di crescita consoni alle fasi evolutive per età. Andrebbero maggiormente sensibilizzate le famiglie sull’importanza di mantenere vivo il contatto con la scuola, in questo particolare ed estremamente delicato momento storico. Nonostante anche la didattica a distanza si sia rivelata utile per superare questa fase di emergenza, la presenza fisica del docente in aula e il rapporto empatico che si crea con gli alunni hanno risvolti maggiori dal punto di vista delle emozioni e dei risultati che si possono raggiungere”.
Ecco allora i dieci consigli degli esperti per essere dei buoni insegnanti e formare gli adulti domani:
- Non dimenticare il significato del termine insegnare e il suo valore etimologico: dal latino insignare, vuol dire “segnare” la mente dello studente, lasciando un metodo che vada oltre il mero studio.
- Svolgere il proprio lavoro con entusiasmo e mostrare empatia: i bambini assorbono le emozioni, sia positive sia negative, e ne tracciano il ricordo durante il loro percorso educativo.
- Comportarsi come un libro aperto, sempre pronto a nuove avventure e scenari inaspettati: dare sempre il meglio di sé aiuta a diventare un punto di riferimento per gli studenti che in questo modo potranno “respirare” valori universali.
- Costruire e alimentare il dialogo con i propri alunni: la partecipazione degli studenti è fondamentale per l’apprendimento. La lezione migliore, infatti, diventa quella che viene costruita assieme a loro.
- Non sottovalutare le potenzialità che si possono tirar fuori dal processo educativo: il buon insegnante è colui che, a prescindere dai mezzi concreti a disposizione, è un sostenitore delle potenzialità umane.
- Essere un coltivatore di grandi sogni: i bambini tendono a rispecchiarsi nell’immagine della persona che gli cammina accanto, soprattutto degli insegnanti. In quest’ambito rientra anche la possibilità di utilizzare nuovi contenuti
- Costruire la coesione del gruppo classe: aiutare tutti gli studenti a partecipare attivamente alla vita scolastica e alle lezioni, evitando possibili tensioni.
- Non limitarsi al mero accudimento: essere un buon docente non significa soltanto prendersi cura degli alunni, bensì stimolarli e aiutarli nel loro percorso di crescita.
- Favorire un clima sereno e coinvolgente all’interno dell’aula: educare significa tirare fuori il meglio da ciascun alunno. Situazione realizzabile soltanto attraverso un clima di tranquillità, di ascolto attivo, e all’interno di una vera relazione educativa costruita sulla reciproca fiducia.
- Insegnare l’empatia ricordando l’esistenza del cortocircuito emozionale: soltanto in questo modo il docente è in grado di aiutare lo studente ad affrontare situazioni di difficoltà emotiva.