Nella interrogazione presentata con la collega La Marca chiediamo sostanzialmente, attraverso l’adozione di specifiche misure da parte del MAECI, il ritorno alla missione naturale degli Istituti Italiani di Cultura (IIC): essere un luogo di incontro e di dialogo per intellettuali e artisti, per gli italiani all’estero e per chiunque voglia coltivare un rapporto con l’Italia. Un’attività di promozione dell’immagine dell’Italia e della sua cultura che richiede uno sforzo coordinato”. Lo scrive in una nota Marco Fedi, deputati Pd eletto all’estero e residente in Australia.
“Oggi l’80% del lavoro svolto dagli IIC è di natura amministrativo-contabile e negli ultimi anni, alle già prevalenti incombenze di natura amministrativa, si sono sommati anche altri obblighi di carattere fiscale. A queste incombenze verso l’Italia, si aggiungono quelle riguardanti le normative dei Paesi in cui gli Istituti operano. Questi molteplici compiti devono essere affrontati in una situazione di carenza strutturale di personale in tutte le sedi che rende ancora più pressante l’esigenza di un alleggerimento dei carichi contabili e amministrativi e di un generale riorientamento dell’attività verso programmi e progetti culturali”.
“Per queste ragioni, abbiamo posto all’attenzione del governo l’esigenza di meglio coordinare l’azione formativa, di diramare istruzioni chiare a tutte le sedi con le indicazioni operative inerenti alla predetta attività. Nell’interrogazione chiediamo, ad esempio, di affidare gli obblighi fiscali nel loro insieme (ad esempio: ritenuta d’acconto, IRAP, dichiarazione di ritenuta d’acconto per l’ospite) ad un fiscalista italiano quale unico consulente competente a livello di Paese; di predisporre appositi corsi di formazione per il personale amministrativo-contabile degli IIC e di aumentare il contingente amministrativo a contratto presso tutte le sedi degli Istituti per fare fronte alle numerose e pesanti incombenze burocratiche”.
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