Quando parliamo di italiani nel mondo spesso si fa di tutta l’erba un fascio, come se fossero tutti italiani che hanno deciso di lasciare lo Stivale per una ragione o per l’altra. Invece non è sempre così: ci sono tanti cittadini italiani, oltre confine, che in Italia non ci sono nemmeno mai stati.
La maggioranza degli italiani residenti all’estero, infatti, non è nata in Italia; i dati Istat parlano chiaro. In America Latina, soprattutto, si concentrano i figli e i nipoti dei nostri emigrati, che hanno mantenuto la cittadinanza via ius sanguinis.
Le emigrazioni più antiche, infatti, erano dirette principalmente oltre oceano, nelle Americhe, e l’elevato numero di italiani residenti oggi in questi Paesi è dovuto prevalentemente al mantenimento della cittadinanza di origine dei genitori o alla sua riacquisizione per discendenza (“iure sanguinis”) da un progenitore italiano.
Questo fenomeno è testimoniato dall’elevato numero di nati all’estero, pari a circa il 70%, e da un esiguo numero di nati in Italia pari a poco più del 30,8% (1.889.511 individui).
Tra gli oltre 4 milioni di nati all’estero, il 15,4% risiede in un Paese diverso da quello di nascita.
In particolare, i Paesi dove gli italiani sono nati prevalentemente nello stesso Paese di residenza si trovano in America centro meridionale: Brasile (94,1%), Uruguay (92,9%), Argentina e Cile (89,3%), Perù (88,6%) e Venezuela (82,9%).
Va considerata anche la recente tendenza dei nuovi cittadini italiani che, dopo aver acquisito la cittadinanza, decidono di emigrare nuovamente in un altro Paese, sfruttando le opportunità offerte dal possesso di un passaporto dell’Unione europea. Ciò spiega l’incremento dei residenti italiani in Spagna e in Irlanda dove, rispettivamente nel 44,3% e nel 32,4% dei casi si tratta di individui nati in un Paese dell’America latina.
Allo stesso modo, nel Regno Unito, una delle mete preferite di emigrazione sia per i nati in Italia, sia per quelli nati in America latina e nelle ex colonie britanniche, la quota degli italiani residenti nati in un Paese diverso dal Regno Unito rappresenta il 28%.
Vale la pena ricordare che in Parlamento è stata depositata una proposta di legge, targata Forza Italia, che tra le altre cose punta a limitare la trasmissione della cittadinanza; allo stesso tempo prevede dei requisiti, come quello di saper parlare italiano.