Giordana Sermoneta – attrice e regista italiana in Israele – racconta l’ultimo periodo di attività del progetto Laboratorio Teatrale, ideato nel 2019 per coinvolgere gli italiani in Israele nella scrittura di una commedia, con l’obiettivo finale di portarla in scena.
“Non ci siamo mai fermati, nonostante questo anno difficile per via della pandemia. Quando non è stato più possibile vederci di persona ci siamo ritrovati su Zoom e nelle ultime settimane poter tornare a incontrarci è stata una grande gioia”. “La nostra attività ha rappresentato davvero un sostegno psicologico e un supporto per tutti noi in questo periodo complicato, un modo per mantenere dei legami e distrarsi dalle difficoltà legate al coronavirus”, spiega.
Sermoneta si è trasferita in Israele da Roma nel 2016. Dopo un primo periodo di adattamento, ha deciso di tornare a perseguire la passione che l’aveva accompagnata per tutta la vita in Italia, quella del teatro: è così che è nata l’iniziativa del laboratorio teatrale che negli scorsi mesi, grazie al sostegno del Comites Tel Aviv, ha ricevuto per il secondo anno consecutivo il finanziamento del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI) in collaborazione con l’ambasciata italiana, con un importo superiore del 30% rispetto alla stagione precedente.
Nel frattempo, spiega Sermoneta, che è stata tra gli altri una delle fondatrici nel 2008 di una compagnia teatrale semi-professionista dedicata alla lingua e cultura giudaico-romanesca, il lavoro di scrittura è terminato. Finalmente, complice anche la possibilità di tornare a vedersi di persona, si comincia a montare.
Il gruppo ha deciso di concentrarsi su un tema caro a tutti i partecipanti: le vicende, le sfide e le soddisfazioni degli italiani trapiantati in Israele.
“Per raccontare storie di immigrati nuovi e di lungo corso ma anche di diversa provenienza geografica, abbiamo scelto di ambientare la commedia in un condominio abitato da diverse famiglie italiane,” racconta Sermoneta. Il gruppo si incontra una volta a settimana, ogni volta in una casa diversa. Per andare in scena ci vorrà ancora qualche mese. “Speriamo presto di trovare uno spazio adeguato alle prove, per simulare un palcoscenico,” continua la regista.
L’obiettivo finale è di portare la rappresentazione a teatro. “Ci sembra giusto aspettare che riapra pienamente il turismo dall’Italia, in modo da avere la possibilità di portare più pubblico. Il mio sogno per il futuro sarebbe trovare un vero e proprio spazio permanente per attività in italiano, dal laboratorio teatrale ai corsi per bambini e ai tornei di carte. Un posto in cui ritrovarci tutti”, conclude Sermoneta.