"La Storia riconosce sempre torti e ragioni di chi ne è stato protagonista, talvolta, come nel caso del comunismo, occorrono settant’anni, altre volte, come nelle vicende mediorientali, va più veloce e così Bush, Blair, Kwaśnieski e Berlusconi, ieri sul banco degli imputati, si ritrovano oggi nel ruolo di chi aveva visto prima di altri il pericolo dell’islamismo radicale": è quanto scrive Mariastella Gelmini, vice capogruppo vicario di Forza Italia alla Camera, in un articolo su Il Foglio.
"E tra coloro su cui va rivisto il giudizio di molti, c’è anche Silvio Berlusconi, anche lui accusato dell”errore irakeno’, e poi indicato (anche grazie ai complotti su cui ha testimoniato l’insospettabile ex segretario del Tesoro obamiano Timothy Geithner) come inadeguato ad affrontare la crisi economica. Oggi – conclude Gelmini – le sue intuizioni di politica estera vengono confermate dalle vicende libiche ed egiziane: così il suo monito a non destabilizzare la realtà di Paesi come la Libia di Gheddafi e l’Egitto di Mubarak, – pur per tanti versi non apprezzabile – senza avere un’idea di quel che sarebbe successo successivamente".
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